Gazzetta di Reggio

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Il preventivo 2025

Sanità, i conti in rosso: pesano i farmaci e le bollette

Massimo Sesena
Sanità, i conti in rosso: pesano i farmaci e le bollette

Sul bilancio approvato nei giorni scorsi influiscono le mosse della giunta regionale, guidata dal presidente Michele de Pascale

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Reggio Emilia La coperta della sanità reggiana è sempre più corta. E anche il braccino (della Regione) comincia ad adeguarsi. I numeri dell’Azienda Usl - Irccs del bilancio di previsione 2025, illustrati lunedì alla Conferenza territoriale socio-sanitaria hanno sicuramente bisogno - nella loro complessità - di essere "digeriti" anche dagli amministratori locali. Lo si deduce dal fatto che - contrariamente dalle voci di corridoio - una nota di commento degli amministratori locali ai numeri presentati in Conferenza, ieri, nonostante fosse attesa non si è materializzata. Del resto non è facile, sulla base soltanto di numeri certi, disegnare uno scenario in cui mancano ancora troppe voci. Soprattutto in entrata. Perché se è vero che il bilancio che è stato presentato in questi giorni prevede un disavanzo che supera i 100 milioni è anche vero che all’appello mancano voci di entrate che potrebbero limare sensibilmente quel "rosso" che probabilmente rimarrà anche in sede di bilancio consuntivo.

Il gettito

All’appello mancano ad esempio le entrate - oggi non quantificabili - derivate dall’aumento dell’addizionale regionale e da quello dei ticket. Sono stati, si ricorderà, i due "biglietti da visita", invero non proprio benauguranti, con cui la giunta di Michele de Pascale si è presentata. Con i contribuenti che proprio in queste settimane sono alle prese con la dichiarazione dei redditi, con tutta la partita dei ticket, tra teoriche sacche di evasione e tutta la partita delle esenzioni, è impossibile dire quanto porteranno queste nelle casse della sanità emiliano-romagnola. Di certo si sa già oggi che questa mossa adottata subito dal successore di Stefano Bonaccini, non potrà perpetuarsi l’anno prossimo.

La divisione

Per questo diventa fondamentale l’esito del confronto Stato/Regioni sulla ripartizione del Fondo sanitario nazionale. Un confronto ancora lontano dal concludersi, e questo aggiunge ulteriore incertezza. Una trattativa a cui la Regione Emilia Romagna partecipa con le altre, in una partita da sempre sospesa tra l’esigenza della sussidiarietà e il principio di non penalizzare le realtà più virtuose. Una divisione che - una volta quantificata la quota del fondo nazionale che spetterà all’Emilia Romagna si riproporrà, nella ripartizione che la giunta di Michele de Pascale farà tra le aziende sanitarie della Regione. E qui tornerà d’attualità l’annosa e mai risolta questione della spesa pro-capite, che vede l’Ausl di Reggio in fondo alla classifica e non da oggi. Una partita in cui la politica locale non ha finora fatto abbastanza e questo ha fatto sì che la ripartizione del fondo abbia finora sempre penalizzato la sanità reggiana a scapito di altre realtà meno virtuose.

Il tesoretto

In quest’ottica fa ancora più discutere la decisione della giunta regionale di accantonare una parte di risorse che devono servire nel corso dell’esercizio ad andare in soccorso alle realtà più in difficoltà. Inutile dire che questa strategia di de Pascale, volta anche a riempire una cassaforte che negli anni passati è stata invece svuotata, lascia dubbiosi quanti vorrebbero invece poter già usare la propria parte per riassestare i conti. A Reggio ballerebbero circa 40 milioni che farebbero comodo già oggi. Ad esempio per far fronte all’aumento delle bollette (riscaldamento ed energia elettrica) che passano dai 23 milioni spesi nel 2024 ai 27 che si spenderanno nell’anno in corso. Oppure per fronteggiare la spesa farmaceutica, arrivata nel 2025 a 282 milioni di euro, in crescita di 17 milioni secondo le stime regionali, e anche queste sarebbero stime al ribasso.