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Benny Benassi riporta a nuova vita un metato: nasce Casa Fumè

Alice Benatti
Benny Benassi riporta a nuova vita un metato: nasce Casa Fumè

Villa Minozzo: il progetto a Costabona insieme alla compagna Alessandra Bondavalli. L’idea di dare vita alla Festa del pane. «L’Appennino avrebbe bisogno di essere aiutato»

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Villa Minozzo C’è un pomeriggio d’autunno, umido e nebbioso, che ha cambiato il corso delle cose. In quel velo lattiginoso che avvolge le pietre antiche di Costabona, minuscolo borgo di cinquanta anime a Villa Minozzo, ai piedi dell’Appennino reggiano, Benny Benassi e la sua compagna Alessandra Bondavalli si sono persi. Non solo tra le viuzze del paese, ma dentro un sentimento che aveva il sapore delle radici. «Ci siamo imbattuti in questa piccola costruzione che sembrava un’anima dimenticata. Ho chiesto al mio amico Stefano Fioroni, fondatore della cooperativa di comunità “La Officina”, che cos’era. Mi ha spiegato che si trattava di un metato, dove un tempo si essiccavano le castagne, testimone di generazioni di raccolti. In pochi minuti è nata l’idea, e anche la promessa: riportare in vita quella magia dimenticata», racconta oggi il dj reggiano che con la sua musica ha girato il mondo. «Si chiamerà Casa Fumé».
 

Gli inizi in Appennino
Non è stata una scelta improvvisa, ma il ritorno a un legame mai reciso. «Il primo locale in cui ho suonato, nel 1986, era l’Ok Club di Cervarolo», ricorda. «A Febbio ho imparato a sciare da ragazzino. Mio padre mi portava ogni domenica sul Secchia tra Gatta e Villa Minozzo, quelle erano le mie domeniche d’infanzia». Da allora, la montagna è rimasta nel cuore. Fino a quel pranzo in osteria, un bicchiere di vino e la decisione condivisa con Alessandra: «Prendiamo una casa qua. Le temperature si stanno alzando e qui potremmo venire spesso». Così, insieme alla figlia Margherita, è iniziata l’avventura.

«Solo maestranze locali»
La famiglia Costaboni, proprietaria dell’immobile, ha venduto loro quel metato che guarda dritto la Pietra di Bismantova. «Negli anni ho imparato a osservare le cose con gli occhi dello straniero, di chi arriva per la prima volta, ciò che spesso diamo per scontato. La vista sulla Pietra di Bismantova è così, magnifica. Noi siamo innamorati di Costabona. Ora con questa ristrutturazione inizia una salita. La mia compagna ha coinvolto i nostri amici architetti, lo studio Franzoni con Mia Zanni, e tutte le maestranze le abbiamo scelte in Appennino. Non è il metato che si deve adattare a noi, ma il contrario». Ottanta metri quadrati appena: due camere, una cucina ricavata nella parte originaria della struttura, un forno a vista per impastare pane e memoria.

Una festa del pane
«Il bello di Costabona – sottolinea Benny Benassi – è che quasi ogni casa aveva un forno. Da qui è nata l’idea di organizzare una festa del pane il prossimo anno, probabilmente a settembre (ma è ancora da stabilire con precisione, ndr), per far conoscere le tradizioni del luogo. Mi immagino il borgo con i forni accesi, la gente che si incontra, qualche dj set, gruppi dal vivo. Io? Metterò qualche vinile, ma più che altro farò la pizza». Il dj e la sua famiglia sono entrati in punta di piedi nella vita della comunità, con l’intento dichiarato di restituire al nostro Appennino parte di ciò che ha donato loro.

«L’Appennino va aiutato»

«L’Appennino avrebbe bisogno di essere aiutato», dice. «E questo progetto per noi significa fare qualcosa di concreto». Intanto, Benny guarda al futuro: alla ristrutturazione che darà nuova vita a Casa Fumè – che dovrebbe essere pronta nella primavera del 2026 – e, restando nella nostra provincia, al festival di Castellarano Electronic BBQ, «che continua a crescere grazie a un’amministrazione virtuosa e a un sindaco giovane con una visione diversa». Ma è evidente che ora il suo cuore batte molto forte qui, tra i tetti di Costabona, dove il tempo sembra rallentare e le radici si intrecciano con i sogni.

L’importanza del metato
Il metato non è solo pietra e memoria ma è anche il luogo dove la comunità di Costabona vive e custodisce le sue tradizioni. A raccontarlo è il cardiologo Stefano Fioroni, tra i fondatori della cooperativa di comunità “La Officina”, che descrive Costabona, suo paese natale, come un luogo dove la vita scorre attorno alle piccole grandi tradizioni: la società del Maggio Costabonese, la cooperativa agricola che custodisce i terreni e con i suoi grani antichi produce farine biologiche di eccellenza, e persino l’azienda faunistica “La Strambiana”, una sorta di riserva di caccia. «C’è poi l’osteria del Maggio, che funge da catalizzatore della comunità. È il luogo dove tutti si trovano per mangiare bene e stare bene insieme». «Benny Benassi, che per me è Marco – evidenzia Fioroni – si è approcciato alla realtà di Costabona e a questo progetto con umiltà e rispetto. Ha detto: se posso fare qualcosa, lo faccio. E ha trovato il nostro totale sostegno». La ristrutturazione del metato, infatti, «viene condotta nel massimo rispetto della tradizione: mantenere pietra e calce, le proporzioni e le architetture originali, il forno a legna che un tempo consentiva alle famiglie di preparare il pane per tutta la settimana». La storia di questo luogo si intreccia così con il presente e il futuro della comunità: «Ogni famiglia aveva il proprio forno a legna, oggi sono una decina quelli rimasti attivi. In futuro organizzeremo una festa del pane e ogni forno, per l’occasione, sarà acceso. Non ci sarebbe venuta in mente l’idea di organizzare una festa simile se non ci fosse stato Marco, che ha riconosciuto un valore importante in questa tradizione e ha cercato di inserircisi. Insomma, ha capito che a Costabona ci può essere una possibilità e ora ci sta credendo insieme a noi». La festa del pane sarà solo il primo passo, una promessa che ha già il sapore di un sogno condivisol © RIPRODUZIONE RISERVATA