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Reggio Emilia, la giunta Massari in ritiro per provare la ripartenza

Massimo Sesena
Reggio Emilia, la giunta Massari in ritiro per provare la ripartenza

Nella cornice del Bianello a luglio l’esecutivo ha fissato alcuni punti da cui ripartire: spunta l’ipotesi di una redistribuzione delle deleghe

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Reggio Emilia Nel calcio, un ritiro a campionato in corso non è quasi mai un buon segnale: il più delle volte è un provvedimento che la società prende sull’onda di risultati negativi, allo scopo di rinsaldare i legami interni alla squadra. La “squadra” capitanata da Marco Massari ne ha già alle spalle un paio, e se il primo aveva principalmente lo stesso scopo che hanno – sempre continuando ad attingere alla metafora sportiva – i ritiri pre-campionato, ovvero cementare lo spirito di squadra, attraverso occasioni di conoscenza reciproca tra i giocatori (assessori), al secondo ritiro, che si è svolto ai primi di luglio, nella cornice matildica di Bianello, la squadra di Massari è arrivata appesantita. Dalle polemiche (come quella sul futuro di Reggio Children), dagli strappi (quello con i Maramotti sul progetto del Polo della Moda) e dai problemi che con il passare del tempo sembrano acuirsi (la sicurezza, soprattutto in zona stazione, tanto per citare l’argomento più pop, anche sui social). Se a tutto ciò aggiungiamo il calo delle risorse che attanaglia tutti gli enti locali, condiamo il tutto con la necessità di dare una accelerata ai propositi enunciati da inizio mandato da Massari, il piatto – tra dossier ingombranti e scatole vuote – che ci aspetta alla fine delle ferie estive non è certo dei più invitanti.

Dossier e scatole vuote
Invero, se l’elenco dei dossier ingombranti è presto fatto (sicurezza in zona stazione e nel resto della città, lotta al degrado, rivitalizzazione del centro storico, nuovo piano della sosta, gestione del post-Inalca, tanto per citare alcuni temi), la rappresentazione plastica delle difficoltà incontrate sin qui dalla giunta Massari è rappresentata dallo stato di salute di Re-Acts. Appena eletto, il sindaco civico Marco Massari, proprio rifacendosi al mestiere che aveva fatto fino a pochi giorni prima aveva mostrato di voler dare grande importanza a questo «grande piano strategico per la città, Re-Acts», sigla che mette insieme la targa di Reggio Emilia e un acronimo che sta per Aria, Clima, Terra e Salute. Un grande piano strategico per la città che, si legge nel documento programmatico «mette le competenze distintive del territorio al servizio di un obiettivo comune: la riduzione delle emissioni di CO2 e di Pm10 per migliorare la salute. Un piano per il quale sarà necessario il coinvolgimento, la partecipazione attiva e il contributo dell’intera città e dei suoi stakeholder: l’azienda sanitaria, i gestori di servizi energetici e idrici, l’azienda dei trasporti, i cittadini, il sistema imprenditoriale, gli artigiani, gli amministratori di condominio, i commercianti, gli agricoltori, gli enti di educazione e formazione, il mondo della cultura e delle arti, il terzo settore, le fondazioni bancarie».

Ora, non sappiamo se questa gigantesca chiamata alle armi abbia sortito qualche effetto, di certo non è un mistero che, ad oggi, il piano Re-Acts non sia nei fatti mai decollato. E questo perché semplicemente... privo di motore. Per capire di cosa stiamo parlando occorre partire da quella che è stata una delle prime mosse della nuova giunta Massari: la necessaria riorganizzazione della macchina comunale. Se questa riorganizzazione avesse dovuto essere coerente con l’enfasi del documento programmatico, allora buona parte delle energie avrebbero dovuto essere concentrate proprio sul benedetto “motore” di Re-Acts. E invece, le energie (e anche le forze, in termini di personale impiegato su questo “grande piano strategico”) sono state spostate su altre partite. Oggi il nodo viene al pettine, se è vero che si sono fatte sentire – proprio in occasione del “ritiro” sulle colline reggiane e anche nelle chat di whatsapp che mettono insieme assessori, dirigenti di prima fascia e entourage del sindaco – le voci di coloro che chiedono di riempire di contenuti i proclami e in particolare di dotare l’ambizioso piano Re-Acts delle necessarie gambe perché possa camminare.  E c’è chi chiede anche di serrare le fila sul piano politico sul piano Re-Acts che non è mai decollato, ma anche su tutto il resto dell’agenda, che già da settembre si farà impegnativa.

Rimpasto e deleghe
Per questo c’è da tempo chi chiede che la maggioranza rinnovi il proprio sostegno alla giunta affinché possa affrontare tutti i temi sul tavolo. Una richiesta eccessiva? Non proprio, se si tiene conto delle fibrillazioni a cui è stata sottoposta la giunta Massari in questi mesi. A partire dal rischio corso in consiglio comunale sulla vicenda del bosco urbano di Ospizio con l’esecutivo che ha rischiato di sfasciarsi. Per continuare con le fibrillazioni generate dalla rottura tra Max Mara e il Comune sul progetto del Polo della Moda. In particolare, servono soldi e personale da affiancare al dirigente scelto per guidare questo piano, Davide Giovannini, dirigente che gode della stima di tutta la giunta ma che non ha alle spalle (e non certo per colpa sua) la struttura di cui dovrebbe essere dotato questo progetto che tra l’altro abbraccia diversi assessorati della giunta.

Deleghe che a livello politico spesso si intrecciano e rischiano di rendere meno tempestive le risposte e meno fluido il lavoro. E a proposito di deleghe, oltre a quelle che rischiano quotidianamente di sovrapporsi tra i vari assessori, vi sono anche quelle che, semplicemente, cominciano essere un po’ troppo pesanti, concentrate come sono su una sola persona. Parliamo delle deleghe oggi nelle mani di Marco Massari. A tutt’oggi, Il sindaco mantiene le deleghe a Società partecipate, Bilancio, Patrimonio, Personale, Sanità e Salute, Legalità e Sicurezza urbana, Polizia locale, Relazioni internazionali e Pace, Comunicazione. Poco più di un anno fa, all’atto della formazione della giunta, il neosindaco avocò a sè alcune delle deleghe più importanti e la mossa fu accolta perlopiù con favore: dopotutto, da Massari in giù erano quasi tutti novizi alla prima esperienza assessorile (con le eccezioni di Lanfranco De Franco, Carlotta Bonvicini e Annalisa Rabitti) ed era giusto che il sindaco, almeno all’inizio avesse il controllo di determinati dossier. Ora però, risulta difficile pensare che il primo cittadino continui a gestire – assieme al capo di gabinetto Marco Pedroni – tutte le partite che incombono, a cominciare, ad esempio, da un bilancio di previsione su cui incombono tante nubi.  © RIPRODUZIONE RISERVATA