Cade dal sentiero per 150 metri sotto gli occhi del figlio e muore a Madonna di Campiglio
Durante un’escursione Paola Casalboni 63 anni, nata a Reggio Emilia e residente a Rimini, è scivolata e precipitata nel sentiero sottostante
Reggio Emilia Quella che doveva essere una tranquilla escursione si è trasformata in tragedia nel primo pomeriggio di ieri lungo il Sentiero dell’Orso a Madonna di Campiglio. Paola Casalboni, 63 anni, originaria di Reggio Emilia – dove è nata il 16 giugno 1962 – ma residente da tempo a Rimini, ha perso la vita dopo una caduta di circa 150 metri.
La donna stava percorrendo il sentiero che da Madonna di Campiglio porta sino a Malga Vallesinella Alta quando secondo una prima ricostruzione, all’interno del territorio comunale di Tre Ville, ha messo un piede in fallo, è scivolata, precipitando lungo un dirupo e finendo sul sentiero sottostante, che si snoda in parallelo al percorso che la 63enne stava affrontando. Il tutto è accaduto sotto gli occhi impotenti del figlio. Tant’è che sono state due le chiamate al 112: il primo allarme è stato lanciato alle 14.20 proprio dal figlio, testimone incredulo dell’accaduto, mentre pochi minuti dopo è arrivata anche una seconda segnalazione, da parte di alcuni escursionisti che percorrevano il sentiero sottostante e che si sono imbattuti nel corpo ormai privo di sensi.
La macchina dei soccorsi si è subito attivata: sul posto è arrivato un elicottero decollato da Trento, mentre le squadre del Soccorso Alpino e Speleologico della stazione di Madonna di Campiglio hanno raggiunto l’area via terra. L’équipe medica calata dall’elicottero vicino al corpo ha tentato immediatamente le manovre di rianimazione. Purtroppo, ogni tentativo di salvare l’escursionista si è rivelato inutile: la donna, a causa delle gravi ferite riportate dopo essere precipitata, non ha più ripreso conoscenza. Ai sanitari non è rimasto altro che dichiarare il decesso. Sul posto si sono recati anche i carabinieri della stazione di Madonna di Campiglio, che fanno capo al Comando di Riva del Garda e che hanno parlato a lungo con le persone presenti e con il figlio, sotto choc. Ottenuto il nulla osta da parte dell’autorità giudiziaria, il corpo di Paola Casalboni è stato imbarcato a bordo dell’elicottero e trasportato a valle. Si tratta del diciottesimo incidente mortale avvenuto sulle montagne trentine dall’inizio dell’estate. Un incidente imprevedibile e incomprensibile, per una donna che amava la montagna ed era considerata un’escursionista di esperienza.
Paola Casalboni ricordava spesso Reggio Emilia, sua città natale, e la salutava postando sui social i ponti di Calatrava quando passava in autostrada. Era una madre di famiglia molto stimata, che amava Madonna di Campiglio, dove si recava da anni, e in generale la montagna: sul suo profilo Instagram postava numerose immagini delle Dolomiti, di escursioni frequenti, di viaggi fatti nei Paesi del Nord come la Norvegia e della natura con imponenti cascate. Paesaggi che la 63enne amava frequentare soprattutto d’estate, mentre l’inverno lo passava a Rimini, immortalando scorci suggestivi del capoluogo romagnolo. Paola Casalboni aveva un pollice verde e una passione per i fiori. Era anche una cuoca provetta, capace di cucinare prelibatezze da proporre in tavola durante i pranzi e le cene della sua famiglia, molto unita. I familiari sono stati colpiti da un lutto immedicabile, in particolare il figlio Francesco Camporesi, che vive a Bologna – dove è studente universitario di matematica – e che al momento dell’incidente accompagnava la madre nel trekking. Ma anche il marito e la figlia Silvia, laureata in Giurisprudenza, mai avrebbero immaginato una tragedia del genere. l © RIPRODUZIONE RISERVATA