È morto Stefano Iori: suoi due modellini del Museo Ferrari. L’ultimo sogno realizzato a giugno alla 24 ore di Le Mans
Reggio Emilia: la diagnosi di Sla soltanto pochi mesi fa, a 66 anni. La moglie Annamaria sempre al suo fianco: «Dalla Ferrari un regalo preziosissimo: l’ha ospitato sulla pista, luogo privilegiato per scattare foto»
Reggio Emilia È stato vinto in pochi mesi dalla malattia Stefano Iori, 66 anni, autore di modellini di auto da corsa (due sue opere dell’epoca di Schumacher sono esposte al Museo Ferrari di Maranello), fotografo delle gare automobilistiche di lunga durata e collezionista del mondo dei motori. «Mio marito era una persona fortunata: ha trasformato la sua passione per l’automobilismo in lavoro – spiega la moglie Annamaria – Ha sempre costruito modellini, da solo perché voleva dettagli perfetti, era molto preciso e pignolo. Pian piano si è fatto conoscere e a partire dagli anni Duemila è diventato licenziatario della Ferrari, poi fotografo ufficiale del Wec (World Endurance Championship), il mondiale delle gare di auto che durano dalle 6 alle 12 ore. Per dodici anni insieme abbiamo girato il mondo, diventando una presenza fissa soprattutto alla 24 ore di Le Mans e alla 12 ore di Sebring (Florida). Ne abbiamo fatte tante, insieme: partivamo in macchina alle 4 da Silverstone in Inghilterra e alle 22 eravamo a Reggio. Stefano era una gran persona, benvoluto nell’ambiente: in queste ore ho ricevuto messaggi di cordoglio da piloti che non mi sarei mai aspettata».
Nato nel quartiere di Santa Croce a Reggio, dopo aver vissuto per un periodo a Quattro Castella i coniugi – inseparabili dal 1979 e senza figli – si sono trasferiti di recente a Casina. «Abbiamo trovato una casa che cercavamo da decenni: pensavamo di trascorrere lì la nostra vecchiaia, ma non è stato possibile, sono rimasta sola. Nella stalla del casolare ristrutturato Stefano ha allestito il laboratorio e in una grande stanza ho iniziato a sistemare la sua collezione. Non sono riuscita a finire, spero lui mi perdonerà. Una collezione smisurata: 1.500 libri dedicati all’automobilismo, tutti i programmi delle corse di durata dal 1934 in poi, più i depliant delle auto da corsa». Nel gennaio scorso la diagnosi della Sla è stata una doccia fredda e ha avuto un decorso rapidissimo. «Gli era rimasto un sogno: tornare alla 24 ore di Le Mans per la 24esima volta. Ero terrorizzata che potesse capitare qualcosa, Stefano era già in carrozzina, ma l’ho accontentato: e lui, in quei giorni di giugno, è rinato, si è divertito tanto. E la Ferrari gli ha fatto un regalo preziosissimo: l’ha ospitato a Casa Ferrari, direttamente sulla pista, luogo privilegiato per scattare foto. È stato un riconoscimento all’uomo, un vero premio».
La camera ardente è aperta oggi alla casa funeraria Croce Verde (ore 8-19), dove martedì 26 agosto alle 8.45 saranno celebrate le esequie, poi il feretro proseguirà per il cimitero di Coviolo in attesa della cremazione. Non fiori ma eventuali offerte ad Aisla, l’associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica. «Un ringraziamento particolare va alla dottoressa Francesca Bedogni, il medico di base che nel momento del bisogno c’è sempre stata, giorno e notte. È stata fantastica, eccezionale». l © RIPRODUZIONE RISERVATA