Gazzetta di Reggio

Reggio

L’indagine

Cercansi ebanisti, carpentieri e saldatori: perché le aziende non riescono più a trovarli

Cercansi ebanisti, carpentieri e saldatori: perché le aziende non riescono più a trovarli

L’indagine della Cgia: non si trovano candidati per i colloqui. Mentre nelle previsioni circa il 39% sono proprio loro che servono alle imprese

2 MINUTI DI LETTURA





Roma Cercasi ebanisti, modellisti, carpentieri. Il 15% del totale dei nuovi ingressi nel mondo del lavoro riguarda operai specializzati, ma spiega la Cgia, la ricerca di queste figure si è rivelata particolarmente impegnativa: nel 63,8% dei casi gli imprenditori hanno segnalato difficoltà e, quando la selezione ha avuto esito positivo, il processo ha richiesto in media quasi cinque mesi.

L'associazione degli artigiani ha esaminato i dati del Sistema Informativo Excelsior, di Unioncamere e ministero del Lavoro, sottolineando che nessun'altra professione richiesta dalle aziende ha evidenziato livelli di difficoltà e tempi di ricerca superiori a quelli riscontrati per gli operai specializzati. In quattro casi su dieci l'insuccesso nella ricerca è determinato dall'assenza di candidati presentatisi al colloquio. Una tendenza, che potrebbe acutizzarsi nei prossimi anni.

Nelle previsioni di fabbisogni per il quinquennio 2025-2029, pubblicate recentemente da Unioncamere, una quota rilevante delle richieste – circa il 39% del totale - riguarderà lavoratori di alto profilo, ossia dirigenti, specialisti e tecnici (tra 1,2 e 1,4 milioni di unità): nello scenario più negativo analizzato si prevede una richiesta di 340mila operai specializzati e artigiani, in quello più positivo il numero sale 402.800, numeri superiori a quelli delle professioni non qualificate, in questo caso le previsioni vanno tra le 254mila e le 292.200.

Le cause dello scostamento tra domanda e offerta di lavoro sono molteplici e frequentemente interconnesse. Secondo la Cgia negli ultimi anni, fattori quali la denatalità e l'invecchiamento della popolazione hanno contribuito a ridurre la disponibilità di forza lavoro. Inoltre, molti candidati non possiedono le competenze tecniche e professionali richieste, in particolare nel settore manifatturiero, evidenziando lo storico divario persistente tra il livello di apprendimento acquisito durante il percorso scolastico e le esigenze del sistema produttivo. Infine, tra le motivazioni evidenziata, la ricerca da parte dei giovani, nell'era post-Covid, di occupazioni che offrano maggiori livelli di flessibilità, autonomia e tempo libero.

«I settori dove è sempre più difficile reperire operai specializzati riguardano l'edilizia e il manifatturiero; il legno, il tessile-abbigliamento-calzature e la metalmeccanica sono le filiere dove la ricerca è più impegnativa», spiega la Cgia, che segnala, ad esempio, la difficoltà di trovare sul mercato del lavoro carpentieri, ponteggiatori, stuccatori, piastrellisti, palchettisti e gruisti/escavatoristi. Nel comparto del legno sono quasi introvabili i verniciatori, gli ebanisti, i restauratori di mobili antichi e i filettatori attrezzisti. Nel tessile-abbigliamento si faticano ad assumere modellisti, confezionisti e stampatori. Nel calzaturiero, invece, tagliatori, orlatori, rifinitori e cucitori. Nella metalmeccanica, si cercano ad esempio saldatori certificati o tecnici di montaggio. Per quanto riguarda l'area geografica, la maggiore richiesta è nel Nordest, dove nel 2024 è stato più difficile reperire sul mercato questi lavoratori.l