Distribuzione gratuita di pipette per il crack anche a Reggio Emilia: è polemica
Giovanni Tarquini consigliere di opposizione attacca: «Illecito anche penale: vedremo cosa ne penseranno i tribunali»
Reggio Emilia Non solo a Bologna, anche a Reggio Emilia si apre il dibattito sulla distribuzione gratuita di pipette per il consumo di crack. Se nel capoluogo regionale l’iniziativa ha già sollevato discussioni, anche nella nostra città emerge che da quattro anni è attiva una sperimentazione simile. Secondo quanto riferito, la pratica ha l’obiettivo di ridurre il rischio di contagio da epatite C e HIV, legato alla condivisione delle stesse pipe da parte di più consumatori: un po’ come succedeva con la distribuzione di siringhe contro il diffondersi dell’Hiv. Una scelta che divide e a Reggio Emilia vede ora l’intervento dell’avvocato Giovanni Tarquini, in rappresentanza della Lista Civica per Reggio Emilia e dell’Associazione Reggio Civica, che affida a una nota la sua posizione.
«Dopo il caso di Bologna dove si distribuiscono gratuitamente pipette per il consumo di crack, e dopo l’approvazione incondizionata da parte di tutto il Pd, anche noi comuni mortali, cittadini di Reggio Emilia, che non apparteniamo a quel mondo elitario ed esclusivo che fa le cose senza comunicarle, scopriamo che a Reggio da quattro anni è in corso questa attività. Una sorta di sperimentazione che consiste nella distribuzione gratuita di pipette ai consumatori di crack. Questo per evitare i possibili contagi, in particolare epatite C e HIV, dunque per prevenire i danni alla salute che possono derivare da un uso della stessa pipetta da parte di più persone – . Ma di cosa stiamo parlando??? Un brutto sogno, un incubo che a Reggio è già triste realtà».
«La letteratura scientifica internazionale (fonte PubMed) presenta un numero esiguo di studi, provenienti quasi esclusivamente dal Canada, che evidenziano questa correlazione. In Europa – dove usi, abitudini e codici morali sono molto differenti – non si riscontrano pubblicazioni sull’argomento. Immaginiamo quindi che la decisione, con noi non condivisa, di avviare la sperimentazione di fornire gratuitamente pipe pulite per il consumo di crack derivi da questi studi. Ma allora, con la stessa logica si potrebbe pensare di distribuire bottigliette d'acqua per evitare che più persone bevano dalla stessa. Il fatto è che distribuire pipe per ridurre i danni da contagio non è la stessa cosa: l’uso di sostanze stupefacenti è illecito e dannoso – sostengono – È davvero paradossale che proprio con un sindaco medico si apra un dibattito così profondo tra sanità pubblica, etica e legalità. E ancora peggio è constatare che lo stesso sindaco evidentemente approva questa assurda iniziativa».
«Ma noi oggi vogliamo limitarci al tema della legalità per ribadire con forza che la distribuzione delle pipette per il consumo di crack presenta profili di illiceità anche penale in rapporto ai reati di istigazione a delinquere, favoreggiamento dell'uso di sostanze stupefacenti e malversazione di denaro pubblico. E su questo vedremo cosa ne penseranno i Tribunali. Tuttavia, anche a prescindere da valutazioni meramente giuridiche, va rimarcato ancora una volta il senso di irresponsabilità di questi amministratori, e degli ex amministratori i quali, anziché adottare iniziative serie di contrasto alla terribile piaga dell'uso di droghe, lo incentivano, facilitandone il consumo e aumentando, di conseguenza, il fenomeno dello spaccio, con tutte le situazioni di criminalità e di degrado ad esso connesse» concludono.