Nomine Acer: in arrivo un esposto all’Anticorruzione. Ecco cosa sta succedendo
Reggio Emilia: lo ha annunciato Giovanni Tarquini. Al centro la nomina di Camilla Verona
Reggio Emilia L’inusuale ira del sindaco contro le critiche delle opposizioni non poteva passare sotto silenzio. Così il giorno dopo la seduta del Consiglio comunale che ha segnato la ripresa dell’attività politica in città sono le opposizioni a riprendere la parola per rispedire al mittente le accuse del primo cittadino («Dipingete la città come non è – aveva tuonato Massari – in questi giorni, con la Giareda e il Festival di Emergency la città era più viva che mai. Mi domando dove vivano gli esponenti dell’opposizione»).
Chi vive in città
Su questo tema, il decano dei consiglieri comunali, Claudio Bassi, capogruppo di Forza Italia in Sala del Tricolore è netto: «Chiedere ai consiglieri di opposizione in quale città vivono – si legge in una nota – è esattamente la domanda che più volte ho posto in sede di Consiglio ai Consiglieri di Maggioranza se essi vivano un altra città è in un'altra realtà, dal momento che sembrano non conoscere la situazione disastrosa in cui versa la nostra Città. Il nostro Centro Città è in totale stato di abbandono, popolato da troppi delinquenti al punto che molti Reggiani hanno il terrore di uscire di casa, condizione talmente al limite da obbligare i Cittadini soprattutto i non più giovani a non uscire nelle ore serali è per timore di incorrere in situazione di reale pericolo. Sul punto vedasi anche il grave fatto pubblicato dai quotidiani locali di oggi "Rissa in Piazza Marconi. Uomo accoltellato alla schiena"».
Il vulnus delle nomine
Invero, il tema della seduta del consiglio comunale erano le recenti, contestatissime, nomine Acer fatte dalla giunta e su quelle, il capogruppo della Lista Civica per Reggio Giovanni Tarquini lascia intendere che la partita non sia chiusa: «Ancora una volta, ieri in Consiglio comunale è andato in scena il solito triste e scontato teatrino: la mozione che sollecitava risposte precise sui criteri seguiti per la nomina dei nuovi membri del Consiglio di Amministrazione di Acer Reggio Emilia è stata respinta con 20 voti contrari della maggioranza contro gli 11 delle forze di opposizione unite. Non è arrivata alcuna risposta che avrebbe anche potuto farci cambiare idea. Solo il riferimento a un fantomatico parere legale di cui, ad oggi, non si sa niente di più. Nessuno lo ha visto». Ed è proprio su questo fronte che Tarquini, che di mestiere fa l’avvocato, lascia intendere che la partita non sia chiusa: nel mirino la nomina nel Cda di Acer della ex sindaca di Guastalla, Camilla Verona. Una nomina che sarebbe contraria a quanto prescrive la Legge Severino. «Sto raccogliendo le documentazioni necessarie – diceva ieri sera interpellato dalla Gazzetta – e sto cercando di avere il parere legale che la giunta sostiene di avere a favore delle sue scelte. Quando avrò tutte le carte, l’intento è quello di chiedere un parere sì, ma all’Autorità nazionale Anti-Corruzione».
Solo spartizione
A Tarquini fa eco il suo collega Matteo Marchesini secondo cui «la maggioranza e la giunta hanno difeso le loro scelte senza spiegare le competenze delle persone designate a guidare un ente che gestisce un patrimonio enorme, con ricadute concrete sulla vita di tanti cittadini, in particolare i più fragili. Emblematica la dichiarazione del vicesindaco De Franco, che ha distinto il ruolo politico, riservato ai vertici, dalle competenze tecniche, affidate ai dirigenti interni. Una distinzione che tradisce l’essenza del problema: la cabina di regia viene occupata secondo logiche di appartenenza, non di merito Sulle nomine Acer interviene anche Fabrizio Aguzzoli capogruppo di Coalizione Civica. «Quello che è accaduto con Acer –dice – non è discontinuità, ma la più classica spartizione di potere. La nomina di Federico Amico alla presidenza, nonostante la bocciatura elettorale, è un segnale chiaro: nel Pd non si lascia indietro nessuno, anche a scapito delle competenze necessarie per guidare un ente così delicato». Poi, secondo Aguzzoli «Ancora più gravi le forzature nello statuto per nominare Camilla Verona vicepresidente, nonostante i rischi di inconferibilità previsti dalla legge Severino. E infine, la scelta di Federica Zambelli, in evidente conflitto per i suoi rapporti con cooperative partner di Acer».l © RIPRODUZIONE RISERVATA