«Due Stati per Israele e Palestina». Le parole dell’ex premier israeliano Olmert a Reggio Emilia
Alla Festa dell’Unità con Romano Prodi e l’ex ministro palestinese Al Qudwa: presente anche Elly Schlein. Blitz di alcuni manifestanti davanti al palco: «Free Palestine»
Reggio Emilia «La fine di tutte le ostilità, due Stati uno per Israele e uno per la Palestina, l’ingresso degli aiuti umanitari e un grande lavoro per realizzare un piano di pace e sicurezza. Fermate Netanyahu, la comunità internazionale non rimanga indifferente». Questa la road map potentissima tracciata dall’ex primo ministro d’Israele Ehud Olmert e dall’ex ministro degli esteri palestinese Nasser Al Qudwa dal palco della Festa nazionale de l’Unità di Reggio Emilia durante il confronto internazionale dal titolo “Europa e Medio Oriente: fermare Netanyahu, costruire la pace”, nella sala Nilde Iotti: protagonisti del dibattito sono stati l’ex presidente del Consiglio italiano Romano Prodi, l’ex primo ministro israeliano Ehud Olmert e l’ex ministro degli esteri palestinese Nasser Al Qudwa. L’incontro, al quale hanno preso parte anche Peppe Provenzano, deputato Pd già ministro per il Sud nel Conte bis, i giornalisti Lucia Goracci e Gad Lerner, ha esaminato la complessa spirale di violenza e individuato un percorso concreto per la costruzione della pace, sulla scia dell’accordo firmato dagli stessi Olmert e Al Qudwa nel 2024. Non sono mancati i contestatori e, del resto, erano attesi. “Free, free Palestine”, “Palestina libera”: questo il grido con cui hanno fatto irruzione davanti al palco sventolando la bandiera palestinese.
In pochi istanti sono stati allontanati dal massiccio presidio di forze dell’ordine, in divisa e in borghese, ma hanno continuato a lungo a intonare cori anche contro Olmert, accusandolo di parlare di pace quando egli stesso si era reso responsabile dell’uccisione di palestinesi in passato. «Con Prodi abbiamo lavorato a lungo e ha mostrato una grande leadership e anche da primo ministro dell’Italia - esordisce Olmert -. Ho fatto campagne contro Israele, perché non sostengo il mio Governo e spero che sia sostituito molto presto. Sono felice di condividere questo evento con il mio amico, Al Qudwa. Stiamo lavorando insieme per lo stesso scopo. Superare le ostilità, l’odio e bloccare la violenza nel mondo. E iniziare i negoziati per avere due Stati: Palestina e Israele, con rispetto reciproco e sicurezza per entrambi». Olmert si è poi soffermato su un episodio toccante: ha mosso tutti i contatti possibili per consentire a una bambina di 9 anni ammalata di tumore, figlia di una famiglia di amici residenti a Gaza, di potersi curare, una volta che non è stato più possibile farlo a Tel Aviv. E ha provveduto una soluzione anche per gli altri otto figli residenti a Gaza e salvarli dal massacro. «Io e Al Qudwa chiediamo la fine della guerra a Gaza e per questo abbiamo firmato un documento nel 2024». Da parte sua l’ex ministro palestinese parla «della necessità assoluta di fermare questa guerra. Non dobbiamo arrenderci. Dobbiamo combattere con le idee contro la pazzia della guerra e sensibilizzare le persone. Ho visto un aumento delle atrocità delle forze israeliane contro Gaza e civili innocenti, Nethanyau fa quello che vuole e lo fa nel silenzio della comunità internazionale». Alla Festa, in un precedente dibattito, è intervenuto contro la guerra anche il presidente di Confindustria Emanuele Orsini: «Pensare che ci siano ancora dei conflitti del mondo, credo sia una pazzia». l