Scandiano, semina il caos in Pronto soccorso: resta in carcere perché pericoloso
In tribunale Emmanuel Mungiguerra, ancora agitato, ha scelto il silenzio. Il giudice ha accolto la tesi del rischio sociale avanzata dall’accusa
Scandiano I sanitari e i cittadini di Scandiano tireranno un sospiro di sollievo nell’apprendere che Emmanuel Mungiguerra, 30 anni, residente in paese, che, completamente ubriaco, ha aggredito i carabinieri e lanciato oggetti all’interno dell’ospedale Magati, rimarrà in carcere. Al termine dell’udienza di convalida, svoltasi ieri in tribunale a Reggio Emilia, il giudice monocratico Luigi Tirone ha accolto la tesi del pm onorario sulla pericolosità sociale. L’imputato - che in aula è parso piuttosto agitato ed è stato calmato dal suo avvocato, Sibilla Lipari - ha scelto di non rispondere alle domande. Dopo la richiesta di termini da parte della difesa per esaminare gli atti, il prosieguo della direttissima è stato fissato per i primi di ottobre. Mungiguerra deve rispondere dei reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento aggravato (un’aggravante specifica per episodi di violenza all’interno di una struttura sanitaria).
La giornata di ordinaria follia risale a giovedì pomeriggio, quando il trentenne era appena uscito da un mese di detenzione. In precedenza, infatti, si era reso protagonista di un episodio simile a Modena: per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale aveva ricevuto il divieto di dimora oltre il Secchia (che si aggiungeva al divieto a Reggio) e l’obbligo di firma alla polizia giudiziaria. Poiché non si era mai presentato e aveva violato più volte la misura, il 14 agosto scorso era finito in carcere. Poche ore dopo la scarcerazione, è tornato a mettersi nei guai. Intorno alle 15.40 si è presentato in un bar del centro di Scandiano, dove risiede, in evidente stato di ebbrezza, iniziando a infastidire i presenti. La titolare, preoccupata, ha chiamato i carabinieri, che lo hanno trovato in stato confusionale e aggressivo. Anche i sanitari intervenuti hanno avuto difficoltà a convincerlo a salire sull’ambulanza, tanto che è stato necessario l’arrivo di una seconda pattuglia e della polizia locale per portarlo in ospedale a scopo precauzionale.
Al Pronto soccorso del Magati il trentenne ha dato in escandescenze: prima ha impugnato e lanciato un porta-flebo, poi ha scaraventato un appendiabiti contro il muro, danneggiando anche una porta divisoria dell’area d’attesa. Ha tentato di aggredire un sanitario, costringendo i carabinieri a bloccarlo. Nemmeno le manette scattate ai polsi lo hanno fermato: ha continuato a dimenarsi con forza, ferendo due militari, giudicati guaribili in 7 e 15 giorni di prognosi. Solo dopo la somministrazione di più dosi di tranquillanti la situazione è tornata sotto controllo. Dall’ospedale Mungiguerra è stato trasferito alla Tenenza, dove è stato formalizzato un nuovo arresto in tempi record.