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Reggio Emilia, fermato col taser dalla polizia muore il 41enne Claudio Citro

Nicolò Valli
Reggio Emilia, fermato col taser dalla polizia muore il 41enne Claudio Citro

E' successo a Massenzatico. L’uomo, Claudio Citro, in stato di forte agitazione, avrebbe dato in escandescenze. Indagini in corso

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Reggio Emilia Un uomo è morto all’alba di oggi in zona Massenzatico. Dalle prime informazioni, si tratta di Claudio Citro, di 41 anni, pluripregiudicato, che è deceduto dopo l’intervento delle forze dell’ordine. L’uomo si trovava in forte stato di escandescenza quando, intorno alle 6, è stato necessario l’utilizzo della pistola a impulsi elettrici – taser –  da parte della Polizia di Stato per contenerlo. E’ successo in via Beethoven, nei pressi del forno.

E’ stato necessario chiedere l’intervento dell’ambulanza. Ma nonostante i tentativi di rianimazione da parte del personale del 118, l’uomo è morto poco dopo il ricovero al Santa Maria Nuova. Sarà l’autopsia a chiarire le cause del decesso.  Sono in corso le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia, per ricostruire con precisione la dinamica dell’accaduto. La polizia scientifica sta effettuando i rilievi tecnici sul posto.

Cosa è successo

Da una prima ricostruzione, l’uomo prima dell’alba sarebbe uscito da una casa di via Borromini in stato di agitazione. Avrebbe raggiunto il vicino bar, poi il forno Castagnoli,  a quell’ora già aperti. Vedendolo in quelle condizioni, qualcuno ha chiamato la polizia. Sul posto è arrivata una Volante. Per bloccarlo, sarebbe stato necessario colpirlo con una scarica del teser. Poi la situazione sarebbe improvvisamente degenerata, l’uomo si è sentito male. Sono stati chiamati i mezzi di soccorso, sul posto l’ambulanza e dopo le prime cure la corsa in ospedale. Qui purtroppo il quadro è precipitato e Claudio Citro è morto.

Le reazioni
In attesa che le indagini facciano piena luce sull’accaduto, arrivano le prime reazioni.  Il sindacato USMIA Carabinieri esprime «vicinanza agli operatori intervenuti» e «cordoglio per il decesso dell’uomo coinvolto». «In queste ore sono in corso gli accertamenti coordinati dalla Procura e i rilievi della Polizia Scientifica: è dovere di tutti attendere gli esiti ufficiali prima di formulare giudizi. Negli ultimi anni, in più occasioni, l’autopsia e le perizie hanno escluso che l’uso del taser fosse la causa diretta del decesso, smentendo letture affrettate diffuse a caldo» scrive. «Ricordiamo, tra gli altri, Pescara (giugno 2025), dove l’esame autoptico ha indicato un trauma toracico come causa della morte, non l’arma ad impulsi; e Colle Isarco/Vipiteno (luglio 2024), dove “non emersero evidenze macroscopiche” riconducibili al taser. Sono fatti che invitano alla prudenza comunicativa e al rispetto del lavoro della magistratura e dei periti. Ci auguriamo, perciò, che questa volta gli abituali detrattori delle forze di polizia attendano gli accertamenti prima di emettere sentenze. USMIA continuerà a sostenere con fermezza i colleghi impegnati ogni giorno nella tutela della sicurezza pubblica, nel pieno rispetto delle regole d’ingaggio e della legalità, e a ribadire la necessità di formazione, protocolli e trasparenza sull’impiego di ogni dispositivo operativo» conclude.

Il S.I.U.L.P. (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia) di Reggio Emilia desidera «esprimere il proprio sostegno e la propria vicinanza al collega che è stato coinvolto nel recente intervento di polizia che ha tragicamente portato alla morte di un giovane». «Siamo

fiduciosi che l'azione sia stata condotta in pieno rispetto delle procedure e della formazione ricevuta. Il nostro collega, come tutti gli operatori di polizia, affronta quotidianamente situazioni di alto rischio, dove le decisioni devono essere prese in una frazione di secondo per tutelare la sicurezza pubblica e l'incolumità di tutti i soggetti coinvolti». «Sosteniamo con forza il nostro collega, convinti che la sua professionalità e il suo operato siano stati corretti e dettati da una situazione di estrema necessità. In questo momento di profondo dolore, il nostro pensiero e la nostra solidarietà vanno anche alla famiglia del giovane deceduto. La tragedia ha scosso l'intera comunità e ci uniamo al dolore dei familiari in questo momento difficilissimo. In questo contesto, il S.I.U.L.P. di Reggio Emilia ribadisce il proprio sostegno all'utilizzo del Taser come strumento di supporto operativo. Riteniamo che il Taser, se impiegato correttamente, rappresenti un'alternativa valida rispetto all'uso dell'arma da fuoco in determinate circostanze». «Fornire agli agenti strumenti adeguati, moderni e non letali è fondamentale per gestire situazioni complesse in modo più sicuro, riducendo i rischi sia per i cittadini che per gli operatori. Confidiamo nel lavoro della magistratura per fare piena luce sull'accaduto e siamo certi che la verità emergerà. Nel frattempo, continuiamo a sostenere e a difendere i nostri colleghi, che ogni giorno svolgono un lavoro essenziale per la sicurezza di tutti noi» concludono.

Il sindacato SIM Carabinieri interviene a difesa degli operatori. «Eccoci, ci risiamo – scrive in una nota – Ancora una volta le forze dell'ordine sono sotto attacco di chi, strumentalizzando un episodio avvenuto a Reggio Emilia in cui un giovane fuori controllo e violento, dopo essere stato fermato col taser è deceduto poco dopo in ospedale, vorrebbe ora privare gli operatori di tale importante strumento di difesa. SIM Carabinieri a nome del suo segretario generale Antonio Serpi, ha il dovere di rammentare l'indispensabile prudenza con cui è necessario valutare tali vicende e stigmatizzando con fermezza quei giudizi sommari che ad esempio furono fatti in analoga vicenda avvenuta ad Olbia nell'agosto scorso ed in cui invece si accerto' poi che l'uso del teaser nulla aveva a che vedere con l'arresto cardiaco per il quale morì la persona colpita. Il teaser si è rivelato nel corso di questi anni uno strumento di difesa di straordinaria potenzialità che di fatto ha dimostrato di essere uno strumento di vita piuttosto che di morte. È doveroso sottolineare infatti che l'utilizzo del taser ha alla base i medesimi requisiti giuridici connessi all'uso legittimo delle armi e quindi l'immobilizzazione attraverso una scarica elettrica a bassa intensità di fatto evita quotidianamente che in quelle stesse situazioni venga utilizzata l'arma di ordinanza con ben differenti conseguenze. Nell'attesa che la magistratura svolga, in un clima di massima serenità, le dovute indagini sui fatti di Reggio Emilia, SIM Carabinieri intende manifestare la più sincera vicinanza al collega della Polizia di Stato coinvolto nei fatti, in quel clima di solidarietà e comunità di intenti con l'arma dei Carabinieri che da sempre  lega insieme tutti gli uomini e le donne in divisa».


La politica

«Un’altra scossa di taser, un’altra 'imprescindibile’ morte durante un’operazione di polizia? Dopo i tre casi di questa estate, stavolta succede a Reggio Emilia». Lo dichiara il segretario di Più Europa Riccardo Magi. «Pochi giorni fa, il ministro Piantedosi rispondendo a una mia interrogazione al Question Time, aveva ribadito che si tratta di uno strumento appunto imprescindibile. Probabilmente imprescindibile per morire, perché se tre casi fanno un indizio, il quarto è la prova che il taser dovrebbe essere sospeso a tutte le forze dell’ordine che lo hanno in dotazione. Non sarà il negazionismo di Piantedosi rispetto alla pericolosità del taser a far cessare le morti: l’Onu lo ha dichiarato strumento di tortura, Piantedosi non ha alcuna intenzione di ritirarlo. Cos'altro deve accadere perché il ministro abbia un sussulto di responsabilità e sospenda l'uso di questi strumento affidando a un ente terzo un monitoraggio sul suo funzionamento?» chiede.