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È un autista di Til l’altro uomo investito, picchiato e sfregiato a Santa Croce: dovrà essere operato. Un collega: «Reggio Emilia è irriconoscibile»

È un autista di Til l’altro uomo investito, picchiato e sfregiato a Santa Croce: dovrà essere operato. Un collega: «Reggio Emilia è irriconoscibile»

Due gli agguati senza una ragione martedì mattina: l’altro ferito un 36enne che stava facendo una corsa

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Reggio Emilia  È un autista di Til di 44 anni che stava andando al lavoro l’altro uomo aggredito martedì all’alba in via Saragat, nel quartiere Santa Croce. Due gli episodi nel giro di pochi minuti, intorno alle 5.30: l’altro giovane preso di mira è un 36enne che stava facendo jogging tra via Adua e via Saragat. Entrambi gli episodi sarebbero stati compiuti dagli stessi due giovani a bordo di un’auto scura, forse una Fiat Punto. I carabinieri indagano per rintracciare i responsabili, nel timore che possa ricapitare.


L’autista è stato prima investito con l’auto, poi i due aggressori sono scesi e lo hanno picchiato selvaggiamente, usando anche una bottiglia. Trasportato a Parma, è ricoverato nel reparto di maxillo-facciale: ha riportato la frattura del pavimento oculare e dovrà essere operato. I medici prevedono anche un intervento alla gamba, dove l’osso è fuoriuscito a causa del violento tamponamento subito. La riabilitazione si preannuncia lunga. I colleghi si sono stretti attorno a lui. Domenico Bonacini, autista Til dal 2001, ha affidato a una nota una lunga riflessione. «Mi chiamo Domenico Bonacini, sono un autista di bus dal lontano 2001, sono un padre di famiglia e ho visto cambiare la mia città e l’utenza, non sempre nel bene e nel migliore dei modi. È una realtà che cambia e che spesso non migliora, che mi preoccupa per il domani, dove vivranno e cresceranno i miei figli, una realtà piena di insicurezza che nessun padre o madre vorrebbe. Nella città delle persone, le persone perbene sono messe sotto scacco da personaggi violenti, irrispettosi e non curanti delle regole. L’insicurezza non è solo una percezione: sta diventando sempre più una realtà e, in alcune zone, sta dilagando a velocità troppo sostenuta e fuori controllo. E di esempi ne abbiamo molti: dall’aggressione al mio collega, ad altre persone aggredite e rapinate, agli arresti per spaccio – come successo nel mio quartiere Regina Pacis ultimamente – alle spaccate continue nei bar, come ad esempio il MoMa in via C. Pansa, vittima per l'ennesima volta di una spaccata, senza considerare tutti gli eventi violenti nella zona rossa della stazione e zone limitrofe».

L’aggressione

«Noi autisti siamo a contatto con tantissime persone, dalle prime ore della mattina fino a sera tarda, molte delle quali per bene. Ma la quantità di persone che ci insultano e ci aggrediscono solo perché non possiamo lasciarli dove loro pretendono o anche solo perché vengono richiamati a causa di un comportamento non consono a un mezzo pubblico con altre persone al suo interno è in aumento. I fatti sono molto semplici: martedì mattina un collega, che si stava recando a lavorare a piedi in via G. Saragat, è stato prima investito con una macchina, poi gli occupanti del veicolo sono scesi e lo hanno selvaggiamente picchiato usando anche una bottiglia di vetro, senza motivo e lasciandolo tumefatto e sanguinante, solo per il piacere di aggredire qualcuno. Il collega, in via Saragat buia, con l’illuminazione pubblica spenta, dopo essere stato investito e aggredito, è riuscito a chiamare i nostri colleghi già presenti a lavoro, di cui uno è volontario della Croce Verde Alto Appennino: lo hanno raggiunto, messo in sicurezza e allertato i soccorsi e le forze dell’ordine» dice.

«La Reggio Emilia dove sono cresciuto non la riconosco più. La violenza è all’ordine del giorno e si continua a fare proclami su una sicurezza che, sugli autobus e per la città, è solo un mero ricordo. Bisogna smettere di sperare che tutto torni a posto da solo: bisogna fare qualcosa e usare il pugno duro contro questi delinquenti, chiunque essi siano. Bisogna pensare ai cittadini onesti che lavorano, che vogliono tranquillità e pace, essere sicuri di crescere i propri figli in un ambiente tranquillo e sicuro, sicuri che se vogliono fare una corsa per tenersi in forma o una semplice passeggiata per andare a lavorare lo possano fare a qualsiasi ora del giorno o della notte - conclude – Sono sicuro che le forze dell’ordine riusciranno a trovare i colpevoli, ma mi aspetto che chi ci governa prenda il problema sicurezza seriamente, smettendola con i proclami, ma inizi con azioni decise e risolva questa insicurezza che regna sovrana a Reggio Emilia»