Adescata a 12 anni su TikTok da un 21enne. Lui: «Per te andrò in galera». L’incubo dei genitori
È stato condannato a dieci mesi e al pagamento in via definitiva di 8mila euro
Reggio Emilia «Non oso pensare a cosa sarebbe successo se quella mattina, avvertendo il nervosismo di mia figlia, non le avessi controllato il cellulare: quando ho letto quelle frasi mi sono sentita male. Lei era una bambina, quell’adulto se n’è approfittato. È stato un incubo». Così ha raccontato, uscendo dall’aula di tribunale, la madre di una dodicenne reggiana adescata su TikTok e insidiata da uno sconosciuto romano di 21 anni, condannato ieri dal giudice monocratico Michela Caputo a dieci mesi e al pagamento in via definitiva di 8mila euro. Il pm onorario aveva chiesto un anno e quattro mesi, partendo dalla pena massima di tre anni con lo sconto di un terzo del rito abbreviato e le attenuanti generiche. Secondo quanto ricostruito, il 21enne ha contattato la minorenne su TikTok nel giugno del 2023 tramite un’amicizia comune. Dopo essere stato bloccato, la relazione “virtuale” è ripresa e si è spostata sulla chat di WhatsApp: carpita la fiducia della ragazzina, l’interlocutore è passato in pochi giorni da lusinghe e commenti di apprezzamento («sei bellissima»), alla richiesta insistente di inviare foto di parti intime fino a una conversazione dal contenuto sessuale esplicito. A un certo punto il 21enne ha proposto alla minorenne di incontrarsi di persona e passare dal virtuale alla realtà dei fatti: al diniego di lei, il 21enne ha progettato di venire a Reggio. Il piano però è saltato perché, dopo una fitta chat proseguita tutta notte, la mattina del 7 agosto 2023 la madre della 12enne ha intuito che qualcosa non andava. «Mia figlia era nervosa e non staccava gli occhi dal cellulare: gliel’ho strappato dalle mani, ho scoperto tutto ed è successo un putiferio – prosegue la mamma 45enne, accanto al marito e ad un altro figlio –. Mi sono sempre fidata di lei, ma per fortuna ho voluto leggere e ho evitato il peggio». La madre aggiunge che, in un primo tempo, era contraria all’idea di sporgere denuncia. «Mio marito ha insistito e mi ha convinto, per rendere consapevole nostra figlia della gravità dell’accaduto e dei pericoli dei social network. Credo che abbia imparato la lezione. Ora è passato del tempo, lei ha 14 anni e ha ricominciato a vivere, ma per due anni le è stato vietato internet e di uscire da sola. Penso abbia capito: è rimasta scottata e ora, se ha dei dubbi, si confida più facilmente». L’avvocato difensore del 21enne, Mirko Saginario di Roma, nel valorizzare l’incensuratezza e la collaborazione del suo assistito, ha sostenuto che il giovane non fosse pienamente consapevole dell’età della ragazzina. «Non è vero: ci sono le chat, è tutto agli atti. Mia figlia ha scritto subito “io ho 12 anni” e lui ha risposto “e io per te andrò in galera”». Per il 21enne, presente alla lettura del verdetto, la pena è sospesa e non andrà mai in carcere. «Lo so, sono stata preparata, va bene così. Ringrazio Dio che sia finita e che non sia riuscito a passare ai fatti. Dopo questa storia, agli altri genitori consiglio di verificare sempre i social: è doveroso, non si sa mai chi c’è dall’altra parte della tastiera». «La condanna resterà sulla fedina penale dell’imputato, condannato in via definitiva a pagare 8mila euro più le spese processuali – ha precisato Carmen Pisanello, l’avvocato dei genitori parte civile – Riconosciuto il danno morale subìto dalla minore, che ha perso la sua innocenza».
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