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Il caso

Reggio Children: «Stiamo verificando le relazioni con le scuole che sostengono il governo israeliano: no a progetti con loro»

Reggio Children: «Stiamo verificando le relazioni con le scuole che sostengono il governo israeliano:  no a progetti con loro»

La presa di posizione con chiarimento: «Se alcune realtà nel mondo scelgono di definirsi “Reggio Inspired” ciò rappresenta una libera assunzione di ispirazione e non una concessione o autorizzazione».

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Reggio Emilia «Restiamo convinti che la cultura e l'educazione siano gli unici antidoti alla violenza e che, pur riconoscendo il contributo di tutte le scuole, comprese quelle ebraiche, stiamo verificando le relazioni con le scuole che sostengono il governo israeliano e quindi il genocidio in corso, come dichiarato dall'Onu. Non accoglieremo, né saremo parte di progetti assieme a questi soggetti». Reggio Children – il centro internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità dei bambini e delle bambine – prende posizione. E entra nel merito del dibattito innescato in città in questi giorni.


Con una nota ufficiale, interviene per chiarire la recente vicenda delle presunte concessioni di “marchi”, «per evitare fraintendimenti che rischiano di spostare il dibattito fuori dal suo reale fuoco». «Reggio Children – precisa la nota – non concede, né ha mai concesso alcun marchio o certificazione a scuole in nessun luogo del mondo, incluso Israele o gli Stati Uniti. Questo perché il Reggio Emilia Approach non è un metodo codificato né un modello esportabile, ma un approccio educativo, una filosofia di lavoro, una fonte di ispirazione che appartiene alla comunità educativa di Reggio Emilia e che viene interpretata e fatta vivere da tanti educatori e educatrici in diversi contesti internazionali». L’organizzazione ricorda che, per decisione dell’Istituzione Scuole e Nidi d’Infanzia del Comune di Reggio Emilia, «non è possibile, né sensato certificare scuole». Se alcune realtà nel mondo scelgono di definirsi “Reggio Inspired”, spiega Reggio Children, «ciò rappresenta una libera assunzione di ispirazione e non una concessione o autorizzazione».


La nota precisa inoltre che Reggio Children «è l’organismo che cura e gestisce le relazioni formative e culturali sul Reggio Emilia Approach con il mondo intero, e non la Fondazione, come talvolta erroneamente riportato». Un passaggio importante riguarda il rapporto con la Palestina: «Il lavoro con la Palestina non è mai venuto meno, e non verrà mai meno. Negli anni, il Sistema educativo di Reggio Emilia ha sostenuto diversi progetti con realtà palestinesi, tra cui la costruzione di criteri di qualità per le scuole dell’infanzia, e continua a collaborare a distanza, laddove possibile, per il pieno riconoscimento del diritto delle bambine e dei bambini palestinesi – come di tutti i bambini del mondo – ad una educazione di qualità». «L’attenzione etica e politica alle relazioni – conclude Reggio Children – è sempre stata e rimarrà un elemento centrale di questo sistema, così come l’allineamento alle decisioni del Comune di Reggio Emilia, laddove vi siano decisioni politiche di chiusura di relazioni con contesti geopolitici rei di crimini o comportamenti non rispettosi del diritto internazionale».