Casalgrande non espone la bandiera della Palestina: «Vicini al popolo, ma prima il rispetto della legge e del Prefetto»
Così la maggioranza spiega la decisione contro l’esposizione del vessillo sul municipio. L’opposizione Pd che aveva presentato la mozione l’ha ritirata
Casalgrande «Vicini al popolo palestinese, ma prima di tutto il rispetto della legge e del Prefetto». Così i gruppi di maggioranza di Casalgrande – NOI per Casalgrande e SiAmo Casalgrande – annunciano la decisione. Durante l’ultimo consiglio comunale, svoltosi lunedì 29 settembre, è stata ritirata la mozione presentata da Partito Democratico e Gruppo Misto che chiedeva di esporre la bandiera palestinese sulle facciate del Municipio di Casalgrande. Le liste civiche di maggioranza avevano presentato un emendamento chiaro: non è possibile esporre la bandiera palestinese, perché lo vietano le norme (Legge 5 febbraio 1998 n. 22 e D.P.R. 121/2000) e perché il Prefetto di Reggio Emilia, con una recente comunicazione rivolta ad altri Comuni della provincia – Reggio Emilia, Scandiano e Cavriago - ha ribadito che gli enti locali non possono decidere in autonomia quali bandiere esporre in virtù del principio, pacificamente accolto, della neutralità delle istituzioni.
«Lo ribadiamo con chiarezza affinché non vi siano dubbi o possibili strumentalizzazioni del nostro pensiero: siamo solidali con il popolo palestinese e siamo a favore della pace, non solo in Palestina: OVUNQUE! Ma le leggi valgono per tutti – si legge in una nota -. Non possiamo permetterci di ignorarne il contenuto, né tantomeno di contraddire un richiamo del Prefetto. Esporre la bandiera, per quanto simbolico quel gesto possa essere, significherebbe assumersi una responsabilità fuori dalle nostre competenze e aprire un precedente pericoloso: cosa succederebbe se ogni Comune decidesse di esporre bandiere diverse a seconda delle posizioni politiche del momento?».
La maggioranza ha inoltre evidenziato che Casalgrande ha sempre fatto la sua parte sul tema della pace: dai pullman organizzati per la Marcia Perugia–Assisi fin dal 2010 – a quella di quest’anno, in programma il 12 ottobre, hanno aderito 210 enti locali italiani, tra cui appunto, il Comune di Casalgrande - alle marce intercomunali con altri Comuni reggiani, alle mostre tematiche (a cui non ricordiamo presenze assidue di esponenti di chi ieri chiedeva di fare un’’eccezione’ a una legge per altro istituita da un Governo di centro sinistra), alla partecipazione alla camminata della pace del 1° gennaio, fino all’impegno costante nel Coordinamento Nazionale Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani.
«La pace si costruisce coi fatti, non con gesti che rischiano di diventare divisivi o illegittimi. Noi preferiamo continuare su questa strada, che riteniamo essere quella più seria e rispettosa. E nel momento in cui il Prefetto dovesse fornirci indicazioni diverse rispetto alle attuali, saremo ben lieti di poter esporre la bandiera palestinese. Ma non prima. A ognuno il suo compito, nel rispetto delle regole e delle istituzioni. Dopo un lungo confronto in aula e un tira e molla sugli emendamenti, la stessa opposizione ha scelto di ritirare la propria mozione. Di fronte al richiamo delle norme e del Prefetto, l’opposizione non ha trovato una posizione coerente e ha dovuto fare un passo indietro. Noi, al contrario, abbiamo scelto la strada della responsabilità istituzionale. Casalgrande continuerà ad essere vicina al popolo palestinese e a tutte le popolazioni che soffrono per guerre, invasioni o atti di genocidio, ma sempre dentro a un quadro di legalità. Chi governa ha il dovere di rispettare le istituzioni e le leggi. Chi fa opposizione non può permettersi leggerezze, soprattutto su temi delicati come la pace» concludono.