Sciopero generale a Reggio Emilia: «Bloccheremo la circonvallazione»
Attesi a migliaia tra lavoratori e studenti per il corteo pro Palestina e dopo l'attacco alla Flotilla: il ritrovo al polo scolastico, poi dalle 9 via al corteo
Reggio Emilia «Blocchiamo tutto». All’insegna di quest’intento Reggio Emilia si prepara a vivere una giornata all’insegna della mobilitazione intensa. La Cgil lo aveva promesso e ora diverrà realtà: le imbarcazioni degli attivisti che viaggiavano sulla Global Sumud Flotilla sono state fermate da Israele e ora migliaia di lavoratori sono pronti a scendere in piazza per fare sciopero. Anche i sindacati Cub e Usb incroceranno le braccia così come gli studenti. Questi ultimi si ritroveranno stamattina alle 7 al polo scolastico di via Makallè, mentre la Cgil dà appuntamento, «per Gaza, i valori costituzionali e la Flotilla», alle 9 al polo scolastico Makallè, lato tribunale. Da qui si partirà in corteo verso la Prefettura, in corso Garibaldi e si bloccherà la circonvallazione, all’altezza del Parco del Popolo, fino all’incrocio con via Emilia Santo Stefano. Lo sciopero generale è indetto a livello nazionale e sono attesi migliaia di lavoratori.
La mobilitazione arriva all’indomani del corteo che ha riunito 2mila persone in piazza Prampolini e nelle vie del centro mercoledì sera, subito dopo la notizia dell’attacco di Israele alle navi della Flotilla e dopo giovedì sera quando c’è stato un flash mob di 200 persone sotto l’ospedale Santa Maria Nuova (in foto). «C’è un grande livello di attenzione e tensione soprattutto morale su questi temi importantissimi che attraversano diverse fasce della società – afferma il segretario provinciale della Cgil, Cristian Sesena –. Se penso alla piazza di mercoledì sera vedo genitori, lavoratori, studenti e, più in generale, giovani. Il tema della Palestina e del genocidio sta diventando un collettore di un dissenso più ampio. Di fronte a una realtà ovattata che ci viene raccontata da questo governo che ha occupato tutti gli spazi di informazione e ci dice che il Paese va benissimo e siamo in una sorta di Bengodi, ci si accorge che questo non è vero ed è giunto il momento di far vedere che esiste anche un’altra realtà. L’Italia è l’unico Paese che sciopererà domani per la Flotilla. Ed è anche l’unico Paese che ha ricevuto la solidarietà della Federazione del sindacato palestinese: un fatto molto significativo, dal momento che una delle strategie di Netanyahu è di annientare anche psicologicamente facendo capire che a Gaza siano soli. Che Meloni, poi, attacchi gli studenti e i sindacati accusandoli di voler iniziare in anticipo il weekend, è un chiaro segnale che ha paura. Noi eravamo pronti a fare sciopero già da mercoledì, ma l’iniziativa è collegata alla Flotilla. Questo dimostra anche lo scarso rispetto della premier – attacca Sesena – Meloni dimentica che chi sciopera perde una parte del suo magro stipendio». «I cortei degli studenti e della Flotilla si riuniranno al polo Makallè – continua Sesena –. Il percorso prevede di bloccare la circonvallazione, andare verso Santo Stefano, entrare e andare davanti alla Prefettura, non si andrà nelle piazze perché ci sono i mercati. È uno sciopero morale, politico, e non è distonico dalle condizioni reali e materiali dei lavoratori, tengo a sottolineare per rispondere a chi ci accusa di non scioperare per questo, ma per i palestinesi. Se il governo sposa la logica del riarmo al 5%, però, taglia su pensioni, sanità, welfare. Se non cessa questa dinamica guerrafondaia le conseguenze le pagano tutti i lavoratori e più in generale i cittadini». L’Assemblea reggiana per la Palestina, che ha richiamato in piazza 2mila persone mercoledì, rinnova l’appello a «partecipare alle iniziative che costelleranno il Paese e nelle quali sarà presente con propri spezzoni: «Nessun argine potrà fermare la rivolta di chi rifiuta la complicità». Rifondazione Comunista, con la segretaria cittadina Alessandra Valentini, parla di «arroganza del potente Stato occidentale» che schiaccia l’indifeso disarmato e con esso la stessa democrazia» e chiedono che «la guerra esca dalla storia». Iren fa sapere che «tutti i servizi aziendali, compresi il call center, il servizio clienti, i negozi Iren, il numero verde, il comparto acqua e servizi idrici, il comparto luce gas e servizi energetici, il comparto igiene ambientale legato alla raccolta rifiuti, spazzamento e ai centri di raccolta potrebbero subire sospensioni o riduzioni. Nelle ore di sciopero saranno comunque garantiti i servizi essenziali e saranno assicurate le prestazioni indispensabili a tutela della sicurezza». Casa Cervi, da parte sua, aderisce alla mobilitazione: oggi gli uffici saranno chiusi. L’Azienda Usl Irccs comunica che si potrebbe verificare qualche disagio.