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Il Comune chiede l’Imu sul teatro della parrocchia: «L’amministrazione ci sta vessando»

Jacopo Della Porta
Il Comune chiede l’Imu sul teatro della parrocchia: «L’amministrazione ci sta vessando»

Sant’Ilario, il contenzioso sull’imposta mette a rischio la stagione del Piccolo

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Sant’Ilario Il contenzioso tra Comune e parrocchia di Sant’Ilario per l’Imu del teatro e della palestra rischia di sfociare in un muro contro muro. Non sono in discussione gli spazi destinati al culto, che per legge non pagano l’imposta, ma quelli a uso diverso - teatro, palestra, bar dell’oratorio, scuola - che secondo il fisco sono soggetti a tassazione. La parrocchia non condivide questa interpretazione e ha presentato ricorsi. Ai toni concilianti dell’ente locale, intervenuto ieri con una nota, ha fatto seguito un comunicato piuttosto duro da parte della parrocchia di don Fernando Borciani. «Risulta lampante, evidente e lacerante la vessazione pretesa dal Comune, tanto più considerando lo spirito, le finalità e l’assoluta mancanza di fine di lucro delle attività svolte all’interno dei locali parrocchiali, che vede quali beneficiari i bambini, i ragazzi, gli adulti e tutti coloro in qualche modo coinvolti ed interessati alle iniziative culturali e sportive».

La questione riguarda il teatro e la palestra utilizzati in generale per fini pastorali ed anche per altre attività, tra cui quelle dell’associazione Teatro L’Attesa e dell’Asd S.Ilario Basket Volley. «Il Comune - spiega la chiesa santilariese - fin dal periodo d’imposta 2013, ha preteso la maggiore imposta che, a suo dire, il proprietario dei locali avrebbe dovuto corrispondere per un utilizzo "commerciale" degli stessi. Mentre la parrocchia conteggia l’Imu dovuta sulla base dei soli spazi dedicati alle attività commerciali (sport e cultura) e per i soli giorni di effettivo utilizzo (circa 70 su base annua), il Comune pretende l’Imu per tutti i metri quadri dei fabbricati (teatro e palestra) e per tutti i 365 giorni dell’anno».

Il contenzioso, che ad oggi coinvolge le annualità dal 2013 al 2019 per un valore complessivo di circa 60 mila euro, ha visto il Comune vittorioso in primo grado per l’annualità 2017 e soccombente in secondo grado per le annualità 2013-2015. «La parrocchia corrisponde dunque Imu per 70 giorni sugli spazi adibiti ad attività culturali e sportive (pur senza incassare canoni di locazione o simili), mentre il Comune richiede il tributo per tutti i 365 giorni dell’anno e sugli spazi anche adibiti ad attività pastorali (in evidente e chiaro contrasto con il dettato normativo). Oltre evidentemente alla "ordinaria" Imu conteggiata e pagata per immobili non adibiti a finalità di culto o pastorali di importo superiore a 21 mila euro su base annua». Il Comune, dopo aver perso in secondo grado, ritiene necessario ricorrere in Cassazione, «sulla base del parere degli uffici interni e di quello di diversi studi legali esperti in diritto tributario».

Nel caso il Comune non ricorresse «si configurerebbe l’ipotesi di danno erariale per il quale sarebbero chiamati a rispondere in solido direttamente gli amministratori di Sant’Ilario». L’ente locale cerca di stemperare i toni. «L’amministrazione comunale continuerà sempre a rapportarsi in maniera dialogante e costruttiva, come suo tratto di relazione distintiva nella gestione di tutta la comunità». La parrocchia pare essere convinta del contrario. «Il Comune, a parole, si è sempre dimostrato intenzionato a risolvere la diatriba, pur senza dare tuttavia neppure seguito alla proposta di introdurre all’interno del proprio regolamento Imu specifiche fattispecie ed esimenti al fine di esentare da imposta le attività che nulla hanno di commerciale, come fanno altri Comuni».

Il rischio è che a rimetterci siano i cittadini e l’offerta culturale del paese. «Come giunta - dicono dal Comune - siamo stati e siamo in costante contatto con le realtà associative coinvolte per cercare insieme possibili soluzioni, offrendo spazi e sostegno per consentire lo svolgimento delle attività». L’associazione Teatro L’Attesa, come scritto ieri, si è trovata senza sede dopo aver definito il programma. La parrocchia ci tiene però a dire che già il primo agosto il presidente Daniele Castellari era stato informato dell’impossibilità di poter utilizzare gli spazi. Comunque vada a finire, ci saranno strascichi. l© RIPRODUZIONE RISERVATA