«I vinili? Li restauro. Spediscono copertine al mio laboratorio a Reggio da tutta Italia»
I collezionisti affidano a Roberta Notari quelle più costose
Reggio Emilia C’è un laboratorio in città, al civico 32 di viale Dei Mille, dove il tempo si muove al ritmo lento dei dischi in vinile. Lì, tra carte sottili, colla invisibile e mani che conoscono la cura, Roberta Notari da alcuni anni ridà vita alle copertine consumate dal tempo e dalle storie. Solo da pochi giorni, però, quel lavoro silenzioso è uscito allo scoperto, con l’apertura della pagina Instagram @restaurocopertinevinili. «Non sono brava a comunicare quello che faccio», ammette l’artigiana reggiana, conosciuta in città soprattutto per i restauri di sculture lignee, in cartapesta e terracotta che hanno reso la sua bottega un riferimento per tanti musei e soprintendenze di tutta Italia. Con i vinili, quattro anni fa, è iniziato un nuovo capitolo della sua avventura ultratrentennale nel mondo del restauro: da allora ha riparato circa 400 copertine, alcune appartenenti a dischi dal valore altissimo, anche fino a 5mila euro. Un’attività che in Italia non è soltanto rara ma estremamente complessa, per la tecnica ma prima ancora per la fiducia che i collezionisti, gelosissimi dei loro pezzi, difficilmente concedono a un artigiano.
Ci faccia capire quanto sono gelosi.
«Le faccio un esempio concreto. Una volta si è rivolto a me uno dei maggiori collezionisti di Vasco Rossi per rimuovere lo scotch dalla copertina del primo disco del cantante: un’operazione delicata, da fare con bisturi e visori ottici. Lui era talmente preoccupato che ha voluto assistere, mi ha guardata per tutto lo svolgimento del lavoro, a 20 centimetri di distanza. Ho reso l’idea? (sorride, ndr). Comunque, mi è davvero piaciuta la sua passione. In generale, riuscire a ottenere la fiducia dei collezionisti è la cosa più difficile perché sono morbosamente attaccati ai lori vinili».
Sono solo i collezionisti a richiederle questi restauri di copertine? O anche appassionati, negozi di dischi…?
«Sono soprattutto collezionisti privati, ma anche persone che hanno un negozio. Nella maggior parte dei casi, i clienti non li incontro di persona, i vinili me li spediscono, da tutta Italia e anche dall’estero». Dall’estero dove?
«Germania e Canada».
In concreto, quali sono le richieste?
«Intervengo per rimuovere lo scotch, cancellare scritte a pennarello o a biro, e riparare strappi nella carta. Molti vinili presentano segni di usura lungo la costa — cioè lo spessore della copertina — oppure soffrono di ringwear, l’impronta circolare che il disco lascia sulla parte frontale con il passare del tempo».
ll vinile spesso porta i segni della vita: polvere, pieghe, annotazioni a penna, persino odori. Si può restaurare una copertina senza cancellarne la memoria? Dove finisce il restauro e inizia la riscrittura?
«È un aspetto fondamentale. Quando si lavora per migliorare la conservazione di una copertina, bisogna sapere fino a che punto intervenire e mantenere sempre un dialogo aperto con il collezionista, spiegando ogni passaggio e aggiornandolo costantemente sull’andamento del restauro. Utilizzo esclusivamente materiali reversibili, ma non tutti gli interventi sono possibili. Ogni copertina è un pezzo unico, come un quadro: porta con sé problematiche specifiche che richiedono un approccio su misura».
Cosa l’ha spinta ad avvicinarsi proprio alle copertine dei vinili? È stato un caso, una richiesta specifica, o un amore personale per la musica?
«Devo ammettere che non conosco molto la musica, sto imparando a scoprirla attraverso le storie narrate dalle persone che mi affidano i loro vinili, tra valore sentimentale e, anche, valore economico. Tutto è iniziato quattro anni fa, quando un cliente mi portò alcune copertine di vinili. Capii in fretta che la mia esperienza e i materiali che uso da sempre nel restauro potevano aprirmi le porte di questo nuovo mondo. Le copertine sono come multipli di opere d’arte: vivaci, giocose, spesso in netto contrasto con la severità del mio lavoro abituale. Da lì ho partecipato a una fiera a Bologna per incontrare i collezionisti di vinili e ho scoperto che alcune copertine hanno un valore altissimo, che può raggiungere anche migliaia di euro. Solitamente vengono acquistate solo se in perfette condizioni, ma oggi, chi mi conosce, è disposto a prenderle anche con qualche difetto».
Qualche copertine speciale che ha restaurato?
«Sicuramente il White Album dei Beatles e Ma cosa vuoi che sia una canzone di Vasco Rossi».
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