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Il lutto

Reggio Emilia piange l’ammiraglio Silvano Baroni

Nicolò Valli
Reggio Emilia piange l’ammiraglio Silvano Baroni

L’ufficiale della marina militare aveva 89 anni: nel 1958, il 22enne divenne ufficiale di marina e si specializzò sia alla guida di aeroplani che di imbarcazioni

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Reggio Emilia Era talmente attaccato a Reggio che, negli ultimi mesi di vita, dopo aver girato mezzo mondo, aveva chiesto di tornare nella città che nel lontano 1936 gli aveva dato i natali.  I funerali dell’ammiraglio Silvano Baroni si sono svolti nella chiesa di San Prospero che è, come dice la figlia Lesly, «la chiesa dei reggiani». Reggio piange l’ufficiale della marina militare morto a 89 anni, dopo il ricovero alla casa protetta Villa al Poggio. «Mio papà è sempre stato molto intelligente – racconta la figlia –. Abitava in centro storico, vicino alla Caserma Zucchi e proveniva da un’umile famiglia. Dopo il diploma al liceo classico, aveva deciso di frequentare l’accademia navale di Livorno. In Toscana è riuscito a terminare gli studi con brillantezza ed in anticipo, tanto è vero che il corso ha preso il suo nome perché, allora, era usanza premiare in questo modo lo studente migliore».

Nel 1958, il 22enne Baroni divenne ufficiale di marina e si specializzò sia alla guida di aeroplani che di imbarcazioni. Fu grazie a quest’ultima che approdò in America, mandato dalla marina militare ad addestrarsi». Il periodo di formazione nella città di Pensacola, in Florida, gli consentì di conoscere la moglie Luciann, dalla quale ebbe due figli, Lesly e Massimo. Il matrimonio fu celebrato nella chiesa di San Francesco, a Reggio, mentre nel frattempo la carriera dell’ammiraglio stava prendendo il volo: Sicilia, Livorno, La Spezia, Bruxelles (dove lavorò per la Nato) sino a Roma, dove concluse il suo percorso professionale e dove rimase a vivere una volta toltosi il cappello e la divisa; quella stessa divisa che ha voluto per l’ultimo viaggio.

«Mio papà sembrava un pilota del fim Top Gun – prosegue Lesly – ma era anche una persona molto umana, con una gentilizia non comune. Era appassionato di storia e di numismatica, ma anche di sport. Da giovane aveva praticato calcio e pallavolo, mentre sino al periodo del Covid, dunque a quasi 85 anni, giocava a tennis nella Capitale. Negli ultimi tempi si era invece avvicinato al bridge». Il rapporto con lo sport e con la sua città erano al centro di uno degli aneddoti che l’ammiraglio raccontava ai figli (Lesly vive oggi a San Diego, Massimo a Trieste) su Reggio: «Oltre alle sue presenze a teatro ci raccontava sempre – spiega la figlia – di quando una volta, dopo la messa, non fu capace di resistere al richiamo del pallone. Era vestito elegante, con le scarpe della domenica, ma era piovuto da poco e si sporcò completamente, con tanto di rimprovero dei genitori». L’intera famiglia vuole ringraziare sentitamente la struttura che negli ultimi mesi si è presa cura di Silvano: «Sono stati davvero esemplari, siamo quasi commossi», conclude Lesly Baroni. l © RIPRODUZIONE RISERVATA