Operazione Palma, l’appello del procuratore Paci: «I cittadini derubati ora si facciano avanti: potrebbero riavere la loro auto»
Scacco alla banda che rubava auto di lusso e le rivendeva negli Emirati Arabi Uniti. Il magistrato: «E’ stata formata una “squadra investigativa comune” che di solito si utilizza per le indagini transnazionali di criminalità organizzata»
Reggio Emilia «Visto che l’indagine ha messo a fuoco un traffico fiorente di auto, non è escluso che i cittadini che nell’ultimo anno e mezzo hanno subìto un furto analogo possano rientrare in possesso dei loro veicoli. Invito i derubati a farsi avanti e a presentarsi dai carabinieri denuncia alla mano». Questo l’invito del procuratore di Reggio Emilia Calogero Gaetano Paci, che ha svelato come, nel corso delle investigazioni, siano emersi anche casi curiosi. «Qualcuno ha acquistato auto in modo legale e in buonafede, scoprendo in seguito che si trattava di una macchina modificata dall’organizzazione criminale. L’alterazione era così perfetta da trarre in inganno l’ignaro acquirente». Il procuratore Paci, a fianco del pm titolare del fascicolo Francesco Rivabella, ha evidenziato come «l’indagine è stata possibile grazie a uno strumento inedito per noi: è stata formata una “squadra investigativa comune” che di solito si utilizza per le indagini transnazionali di criminalità organizzata. Per la prima volta, nella Procura di Reggio Emilia, è stato allestito un team investigativo in collegamento con le reti europee anche bancarie e finanziarie. Non ci si è limitati a individuare i responsabili: il principio seguito è stato quello di fare luce sul flusso di denaro diretto verso una nazione ricca e di ricercare i beni patrimoniali conseguenti al traffico illecito».
E qui, ha proseguito il procuratore Paci, «entriamo in un ambito molto interessante: l’analisi delle piattaforme dove passavano le criptovalute», usate sia come principale strumento finanziario, «è stata analizzata dal Comando Carabinieri Antisofisticazione Monetaria di Roma: qui abbiamo uno degli ufficiali più in gamba». Il capitano Davide Giaculli, della Sezione Criptovalute dell’Arma di Roma, ha spiegato: «L’organizzazione usava, sia per gli incassi sia per pagare i sodali, la stablecoin Usd, una cripovaluta molto stabile collegata al dollaro. Questo certifica il salto di qualità dei criminali, convinti di poter nascondere i proventi illeciti. In realtà la tecnologia aiuta anche noi: finora è stata sequestrata una piccola parte del sequestro preventivo complessivo, ci vorrà tempo ma risaliremo al resto». Paci ha sottolineato come l’operazione “Palma” abbia consentito di «svelare una struttura e un’associazione a delinquere, con ruoli ben definiti, che si è dimostrata particolarmente abile nel muoversi nel contesto internazionale, oltre che nell’utilizzo delle tecnologie più avanzate». Da qui le difficoltà incontrate dagli inquirenti. «Non è stato facile, vista l’elevata mobilità dei soggetti». «Abbiamo esplorato un mondo non evidente, che agisce sottotraccia – ha spiegato il tenente colonnello Maurizio Pallante comandante del Nucleo Investigativo – Parliamo di soggetti domiciliati in luoghi diversi rispetto alla residenza ufficiale, che si spostavano in auto con documenti falsi, che evitavano gli alberghi e venivano ospitati da conoscenti e per di più comunicavano tra di loro con un linguaggio criptato. Inoltre, per le carrozzerie smembrate, risulta molto difficile risalire all’origine: abbiamo trovato dei documenti nella società di spedizione in Belgio, è un ulteriore tassello». «L’esperienza di questo metodo di lavoro è stata molto significativa e dimostra che è possibile anche per una Procura medio-piccola catturare un’organizzazione transnazionale – ha detto il pm Rivabella – Oltre al supporto europeo, sarebbe auspicabile un’apertura ancora maggiore. Abbiamo voluto reprimere anche il riciclaggio: al di là del reato predatorio, il sodalizio sfruttava la ricchezza accumulata». Il metodo d’indagine, secondo il tenente colonnello Aniello Mautone comandante Reparto Operativo, «ha adattato metodologie e normative esistenti per operare in ambito nazionale e internazionale. Così si aggrediscono le associazioni a delinquere». Soddisfazione è stata espressa dal padrone di casa, il colonnello del Comando provinciale carabinieri Orlando Hiromi Narducci, che ha ringraziato «tutti gli specialisti e le istituzioni per il prezioso supporto». l © RIPRODUZIONE RISERVATA
