Pestaggi in via Adua, la madre di uno degli aggressori in lacrime: «Mio figlio rovinato dall’alcol, spero li perdonino»
Klevis Hoxhaj e Alberto Wilmer Portoreal Asencio in silenzio davanti al giudice, il pm ha ribadito la loro pericolosità sociale
Reggio Emilia «Mi dispiace tanto per le persone che si sono fatte male. Spero che li perdonino». È scoppiata a piangere la mamma di Klevis Hoxhaj, uno dei due 25enni che all’alba del 16 settembre hanno tentato di investire e picchiato selvaggiamente due passanti in via Adua e tra via Saragat e via del Chionso. Ieri in tribunale a Reggio Emilia si è svolto l’interrogatorio di garanzia e la madre – insieme a sei coetanei di Klevis, la sua compagnia di amici che ha perfino cercato di entrare nell’udienza a porte chiuse «così lui sa che siamo qui» – ha atteso l’esito nel cortile, con nervosismo e gli occhi lucidi. Ai piedi le scarpe antinfortunistica. «Lavoro, così come mio figlio maggiore lavora, Klevis è disoccupato da quando è finito il contratto che aveva – ha dichiarato – È un buon ragazzo, ma quando beve non è più lui. Quando è a casa sembra un angelo, poi esce con gli amici, esagera con la bottiglia e si trasforma».
La donna, da 32 anni in Italia, non sa ancora capacitarsi di quest’ultimo guaio. «Ho saputo dell’accaduto dai giornali, quando ho letto il suo nome non volevo crederci. Non capisco – ha scosso la testa disperata – Mio figlio è stato rovinato dall’alcol: da anni è in cura al Sert, si è sempre presentato alle visite, il 6 ottobre aveva un appuntamento». Parliamo delle aggressioni, gratuite e senza un perché, nel quartiere di Santa Croce, dove due passanti scelti “a caso” – un runner 36enne e poco dopo un autista 44enne che si stava recando al lavoro – sono stati “puntati” e travolti da una Fiat Punto, poi pestati con calci e pugni da due giovani che sono arrivati a sfregiare l’autista. Il 4 ottobre Alberto Wilmer Portoreal Asencio, 25enne dominicano, e Klevis Hoxhaj, 25enne albanese, sono stati arrestati per il reato di lesioni personali aggravate (due le aggravanti, l’uso dell’arma e i motivi futili e abbietti). Ieri erano presenti gli imputati, scortati dalla polizia penitenziaria, e gli avvocati difensori Federico De Belvis (Hoxhaj) ed Helmut Bartolini (Asencio). Entrambi i 25enni hanno scelto il silenzio. L’avvocato De Belvis: «Non ho presentato alcuna richiesta. Non aggiungo altro, la vicenda è delicata». Bartolini ha proposto i domiciliari con il permesso di recarsi al lavoro per Asencio, incensurato anche se con un processo pendente; richiesta rigettata dal gup Matteo Gambarati, che ha confermato il carcere per entrambi. Il pm Maria Rita Pantani ha ribadito la pericolosità sociale dei due e ha dichiarato che sta acquisendo i certificati medici dei feriti per riformulare il capo d’imputazione: le posizioni dei 25enni sono destinate ad aggravarsi. l © RIPRODUZIONE RISERVATA