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Il processo

Molestò una barelliera nell’ascensore dell’ospedale: condannato a un anno e quattro mesi

Serena Arbizzi
Molestò una barelliera nell’ascensore dell’ospedale: condannato a un anno e quattro mesi

Reggio Emilia: l’uomo, padre di una bambina ricoverata, secondo l’accusa assalì la donna cercando di baciarla e mettendole le mani addosso

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Reggio Emilia Un anno e quattro mesi: questa la pena inflitta ieri mattina, al termine del processo di primo grado, a un 32enne accusato di violenza sessuale nei confronti di una barelliera. L’uomo è stato invece assolto dal reato di lesioni personali aggravate. I fatti si sono consumati al Santa Maria Nuova. Qui, una bambina venne trasferita da un ospedale della provincia. A seguire l’ambulanza che effettuò il trasporto d’urgenza la famiglia della piccola con papà, mamma e fratellino. Arrivati in ospedale, la paziente venne sottoposta a diversi esami, fino al ricovero in pediatria.

Mentre la mamma e il fratello più piccolo attendevano al triage, il padre seguì la figlia nel reparto, dove però non poté rimanere. I medici, pertanto, lo invitarono a tornare il giorno seguente. Il padre chiese così alla barelliera di accompagnarlo al punto di partenza, per evitare di perdersi, nel labirinto dei corridoi. La barelliera si trovò dunque in ascensore con l’uomo «bloccata contro la parete», secondo l’accusa, mentre il 32enne aderiva «con il proprio corpo al suo, tentando invano di baciarla» - non riuscendoci per la pronta reazione di lei che ha girato il volto - «palpandole il fondo schiena, costringendola contro la sua volontà a subìre atti sessuali».

Il pubblico ministero Maria Rita Pantani aveva chiesto tre anni e sei mesi di reclusione. Il collegio di giudici, presieduto da Cristina Beretti - a latere Giovanni Ghini e Greta Iori - ha stabilito la pena di un anno e quattro mesi per il reato di violenza sessuale nella forma lieve. Per l’imputato, assistito dall’avvocato Andrea Mazzacani, è prevista la sospensione condizionale, subordinata a un percorso che dovrà affrontare presso un centro antiviolenza. Durante il procedimento non c’è stata costituzione di parte civile. Durante le passate udienze erano state ascoltate la barelliera e una lavoratrice dell’ospedale. La persona offesa aveva dichiarato che l’imputato aveva cercato di darle un bacio e le aveva palpeggiato il fondoschiena nell’ascensore del Santa Maria. Da parte sua, l’imputato ha negato tutto, indicando che non avrebbe avuto alcun motivo per agire in quel modo, soprattutto in un frangente così delicato. La difesa si riserva di valutare le motivazioni della sentenza, previste in sessanta giorni, per poi decidere se ricorrere o meno in appello. © RIPRODUZIONE RISERVATA