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Morto in prigionia nella Germania nazista, dopo 82 anni il soldato Domenico Montanari è tornato a casa

Jacopo Della Porta
Morto in prigionia nella Germania nazista, dopo 82 anni il soldato Domenico Montanari è tornato a casa

Nato a Quattro Castella, era deceduto in un campo tedesco nel 1943. La cerimonia di riconsegna dei resti ieri alla caserma "Minghetti" di Bologna

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Reggio Emilia Dopo più di ottant’anni, il soldato Domenico Montanari torna a casa. I suoi resti, rimasti per decenni nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Amburgo, sono stati restituiti ai familiari nel corso di una cerimonia solenne svoltasi lunedì alla caserma "Minghetti" di Bologna, sede del Comando Militare Esercito "Emilia-Romagna".

La storia

Montanari, nato nel 1913 a Quattro Castella, aveva svolto il servizio di leva nel Genio, poi fu richiamato per la campagna in Africa Orientale e successivamente inviato in Albania. Dopo l’8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e deportato in Germania come Internato Militare Italiano. Morì in prigionia nell’ottobre dello stesso anno, a trent’anni appena compiuti. A ricevere l’urna con le sue spoglie sono stati i discendenti, presenti alla cerimonia insieme al cappellano militare don Sergio, al comandante territoriale colonnello Francesco Randacio, alle autorità civili e alle associazioni d’arma.

La cerimonia 

Dopo la benedizione e la resa degli onori militari, l’urna è stata consegnata alla famiglia per la tumulazione nel cimitero di Quattro Castella, dove il soldato potrà finalmente riposare nel luogo natale. A Bologna erano presenti alla cerimonia i parenti Roberto Abati, Corrado Montanari e Giuseppe Gilioli, oltre al sindaco Alberto Olmi. Nella stessa occasione è stata consegnata ai parenti anche l’urna di Delmo Palavanchi, originario di San Giovanni in Persiceto (Bologna), le cui spoglie riposavano nel Cimitero Militare Italiano d’Onore di Berlino-Zehlendorf. L’operazione è stata curata dall’Ufficio per la Tutela della Cultura e della Memoria della Difesa, che si occupa del recupero e della sistemazione definitiva delle salme dei militari italiani caduti durante la Seconda guerra mondiale e sepolti nei cimiteri all’estero. L’assessore castellese Danilo Morini in questi mesi ha tenuto i contatti con l’Esercito, Istoreco e i familiari del sodato.

Le reazioni

Per Quattro Castella, il ritorno di Montanari ha un significato particolare molto profondo. Lo scorso gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, il Comune aveva posato una pietra d’inciampo in ricordo del soldato internato e morto in Germania, per non dimenticare la sorte dei tanti giovani che, come lui, non fecero più ritorno. Ora quella memoria trova compimento in un gesto concreto: il ritorno a casa, dopo 82 anni, di un figlio del paese che la guerra aveva strappato e disperso lontano. «Quella degli internati militari è una vicenda che ha riguardato molto la nostra provincia - aveva detto il sindaco Alberto Olmi in occasione della posa della pietra- Oltre 7.700 reggiani catturati dopo l’8 settembre, di cui 359 uccisi. Chi di loro è sopravvissuto ha fatto ritorno a casa portando con sé la pesantezza di un’esperienza lacerante che li aveva profondamente segnati. Domenico Montanari fu protagonista suo malgrado dell’avventurismo militare del governo fascista che fece un uso politico dell’arruolamento di tanti giovani come lui». Il Comune di Quattro Castella sta lavorando per una celebrazione con le scuole e la cittadinanza. Ci sarà un corteo che passerà davanti alla sua abitazione e poi, dopo una sosta in piazza, andrà al cimitero. La data non è ancora ufficiale, ma si ipotizza il 24 ottobre. l© RIPRODUZIONE RISERVATA