Silk Sports Car, ora i terreni di Gavassa vanno all’asta
Reggio Emilia: è l’unico spazio di espansione edilizia futura della città. Il primo lotto è pienamente edificabile
Reggio Emilia Vanno all’asta i terreni – per un prezzo base totale di 837mila euro e un prezzo minimo totale di 628mila euro – che erano di piena proprietà di Silk Sports Car Company Srl. Si tratta di un’area di ampie dimensioni, in gran parte edificabile, nella zona nord della città: alquanto appetibile per gli imprenditori, soprattutto per coloro che hanno già insediamenti nelle vicinanze. Archiviato il più grande bluff finanziario della storia reggiana – ovvero il mega stabilimento di supercar ibride ed elettriche, rimasto sulla carta, che gli americani di Silk e i cinesi di Faw avrebbero dovuto far sorgere a Gavassa nel 2021 –, è rimasto un buco da 20 milioni di euro e una sequela di creditori da soddisfare (una settantina, tra i quali figurano i principali attori della motor valley emiliana), mentre gli ex dipendenti che erano rimasti senza stipendio sono stati tutti risarciti.
Nel giugno 2024 Silk Sports Car Company Srl è stata dichiarata in liquidazione giudiziale dal Tribunale di Reggio Emilia: la sentenza, numero 41 del 2024, è stata redatta dal giudice della Sezione Fallimentare Niccolò Stanzani Maserati, curatore della procedura il commercialista e revisore contabile Giancarlo Attolini. Al termine della perizia redatta dal geometra Francesco Spallanzani, l’ampia area parte di un unico podere denominato “Tilde”, situato in via Renato Formentini nella frazione di Gavassa, è stata divisa in due lotti, che andranno all’asta il 13 novembre prossimo in modalità sincrona per opera dell’Istituto Vendite Giudiziarie. Il primo lotto del podere, che contempla un edificio colonico composto da tre piani fuori terra (da abbattere, il costo sarà a carico dell’acquirente), due piccoli depositi agricoli e un ampio cortile di 5.873 metri quadrati, ha un valore commerciale di 477mila euro: il prezzo base di vendita sarà di 381.600 euro, il prezzo minimo 286mila euro oltre agli oneri di legge, rilancio minimo 2mila euro. Il secondo lotto del podere consiste in ampie porzioni di terreno agricolo non recintato dalla pianta irregolare e su un unico livello pianeggiante, in parte occupata da una strada privata “bianca” di acceso carraio alla proprietà che è comune con il precedente lotto e che quindi dovrà essere legata con servitù di passaggio (con oneri sempre a carico dell’acquirente). Valore commerciale 570mila euro, il prezzo minimo è di 342mila euro oltre agli oneri di legge, il rilancio minimo sempre di 2mila euro.
Perché la vendita dovrebbe fare gola? Intanto perché è l’unico spazio di espansione edilizia futura della città. E, se il primo lotto è pienamente edificabile, il secondo lotto pur essendo stato declassato (quando scoppiò lo scandalo il Comune di Reggio ritirò il cambio di destinazione d’uso da edificabile al solo uso agricolo) confina «a sud-ovest con l’area produttiva già urbanizzata e in attesa di edificazione dei fabbricati nell’ambito del “Piano particolareggiato terziario produttivo”», mentre a est e nord confina «con l’impianto Forsu Iren per il riciclaggio dei rifiuti urbani»; di conseguenza «è rimasta edificabile per le porzioni confinanti a sud est, già serviti da opere di urbanizzazione di qualità» e con «facilità per un futuro allaccio alle reti di servizio infrastrutturali pubbliche». © RIPRODUZIONE RISERVATA
