Gazzetta di Reggio

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L’indagine di Confcooperative

Culle vuote e boom di over 64: l’Emilia-Romagna nella “trappola demografica”. Ecco cosa dicono i numeri

Alessia Dalla Riva
Culle vuote e boom di over 64: l’Emilia-Romagna nella “trappola demografica”. Ecco cosa dicono i numeri

L’indagine di Confcooperative: si fanno meno figli in Appennino. Per affrontare l’emergenza arriva l’Intergruppo regionale

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Bologna Le nascite diminuiscono e la popolazione anziana cresce: è la cosiddetta “trappola demografica” diventata ormai una delle grandi emergenze del nostro Paese. Dopo una breve ripresa a inizio millennio, in Italia il calo delle nascite è diventato ormai inarrestabile con un forte impatto sulla diminuzione della forza lavoro, sull’aumento delle spese di welfare e le conseguenti difficoltà nel sostenere la crescita economica e invertire il declino demografico. I dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) confermano infatti che in Italia la popolazione invecchia e diminuisce: al 1° gennaio 2025 i residenti sono 58. 934. 177, in calo di 37. 000 persone rispetto all’anno precedente. La natalità continua a diminuire e la fecondità ha toccato il minimo storico: con 1, 18 figli per donna e nel 2024 si sono registrate solo 370. 000 nascite. A questi dati si accompagna la cosiddetta “fuga di cervelli”: nel 2023 ben 21. 000 giovani laureati tra i 25 e i 34 anni hanno deciso di lasciare l’Italia facendo salire a 97. 000 la quota di giovani laureati espatriati negli ultimi 10 anni. Anche in Emilia-Romagna con il passare degli anni le nascite continuano a diminuire e la popolazione anziana continua ad aumentare.

I numeri
È quanto evidenzia l’approfondimento di Confcooperative Emilia-Romagna intitolato “Siamo in trappola (demografica) ” dedicato all’emergenza demografica e pubblicato sulla rivista online “Lettera dalla Cooperazione”. «Il rischio è che le culle vuote di oggi siano le comunità fragili di domani. – evidenzia il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza - Serve una svolta, e il movimento cooperativo è pronto a fare la sua parte: generare lavoro, servizi, comunità. In una parola, futuro». I numeri della Regione raccontano infatti una sfida demografica che diventa sempre più difficile con il rischio che anche la competitività venga minata. In Regione gli over 64 rappresentano oggi il 24,9% della popolazione, cioè quasi un quarto dei residenti e più del doppio dei giovani sotto i 15 anni, fermi all’11, 8%. Nel primo quadrimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, si registra un calo della natalità del 7, 8% e un aumento dei decessi pari al 4, 3% rispetto al 2024. Nel 2024 la popolazione residente in Emilia-Romagna ha raggiunto quota 4. 465. 678 (+12, 9% rispetto all’anno 2000) con un debole incremento di 13. 740 unità dovuto principalmente ai flussi migratori.

“Trappola demografica”
Per quanto riguarda le nascite annuali, che quindici anni fa superavano la soglia di 40.000, nel 2024 sono state 28.003 a fronte di 50.415 decessi, con un saldo naturale negativo di 22.412 unità. La “trappola demografica” non riguarda solo le coppie che fanno meno figli: il numero delle donne in età fertile (15-49 anni) è in continuo calo e si stima che rispetto all’anno 2000 è calato di 45.000 unità. Inoltre il dato regionale relativo al numero di figli per donna è pari a 1,19 che, seppur leggermente più alto della media italiana, non raggiunge quel 2,1 figli per donna necessari per sostenere il ricambio generazionale. La fragilità demografica e sociale deve essere analizzata e interpretata anche a livello territoriale. Il fenomeno infatti colpisce tutti i capoluoghi di provincia emiliano-romagnoli, ma si accentua nelle zone di montagna e in alcune aree di collina interna e di pianura: in particolare nella zona appenninica, nel basso ferrarese, nella pianura ravennate. I motivi per cui si fanno meno figli trovano una spiegazione in fattori di svariata natura che incidono più o meno a seconda della zona di residenza. Nelle zone periferiche la rete dei servizi essenziali, come scuole e trasporti pubblici, assume particolare importanza e laddove non si raggiunga il numero minimo di iscritti, gli istituti scolastici rischiano la chiusura mentre le persone sole o le coppie di anziani necessitano di servizi che aumentano la pressione sul sistema sanitario e previdenziale. Nelle città incidono i costi delle case e gli stili di vita con le difficoltà legate alla conciliazione tra lavoro e vita familiare.

Intergruppo regionale

Dai dati emerge in modo chiaro la necessità di intervenire sull’emergenza della denatalità e in questo senso la nascita dell’Intergruppo regionale, istituito lo scorso luglio in Assemblea Legislativa, è un segnale importante che arriva dalla parte politica per affrontare l’emergenza demografica e la relativa necessità di preservare la vitalità dei territori con servizi che sostengano e garantiscano il futuro delle nuove generazioni. L’adesione da parte di 36 consiglieri regionali appartenenti a tutte le forze politiche conferma la volontà di affrontare la questione demografica in modo trasversale e riconoscendo che la denatalità non è un tema ideologico di parte ma una responsabilità comune. Sulle possibili soluzioni Confcooperative Emilia Romagna ricorda che l’esperienza cooperativa può offrire risposte innovative, mettendo al centro persone, comunità e territori. In particolare, indica alcune priorità d’azione che sono politiche incentrate ad ottenere: lavoro stabile e di qualità; servizi educativi diffusi; casa accessibile; cooperative di comunità; inclusione dei nuovi cittadini; ricostruire fiducia e legami sociali Dopo il primo incontro nel corso del quale è intervenuto il demografo Bovini nei prossimi mesi sono previsti tavoli con l’assessora al Welfare Isabella Conti e altri esperti per elaborare proposte concretel