Aumenti della Tari, l’assessore Prandi: «Tariffe da criteri nazionali, il problema vero è il caro energia: il governo non fa niente da 2 anni»
Reggio Emilia: l’amministratore difende Iren e attacca: «Non si tratta di un capriccio amministrativo»
Reggio Emilia Non accennano a placarsi le polemiche attorno agli aumenti della tariffa rifiuti con cui i reggiani stanno facendo i conti in queste settimane. Aumenti giudicati eccessivi dalle forze politiche che – cavalcando il malcontento – puntano il dito contro Iren e la sua gestione di questo particolare “ramo d’azienda”. A difendere Iren arriva ora l’assessore comunale Davide Prandi che assieme alla multiutility lavora quotidianamente nell’ambito di una delle sue deleghe, quella alla cura dei quartieri. E la difesa di Prandi, tutt’altro che d’ufficio invita a sposta le critiche nel merito su un altro bersaglio.
«Chi parla di ‘scelta politica’ – afferma l’assessore Prandi – dice il falso: le tariffe vengono stabilite secondo parametri tecnici fissati da Arera, uguali per tutti i Comuni italiani. Non si tratta di un capriccio amministrativo, ma di un meccanismo regolato da un’autorità nazionale. A Reggio Emilia abbiamo semmai lavorato per contenere gli aumenti e mantenere le tariffe tra le più competitive della regione, nonostante i rincari generalizzati e i maggiori costi legati alla gestione ambientale». Aumenti che, al pari delle tariffe, non vengono decisi in via Nubi di Magellano, nella sede reggiana di Iren.
«Le tariffe – sottolinea – sono fissate secondo parametri tecnici fissati da Arera a livello nazionale». Semmai «una riflessione seria andrebbe fatta, collettivamente, anche sul peso dell’inflazione e sul caro energia, voci che pesano sul bilancio delle famiglie, delle aziende e dei Municipi, voci sulle quali il Governo di centrodestra non sta intervenendo da oltre due anni, nonostante gli allarmi generalizzati e giustificati». Poi, Prandi si rivolge a quelle forze politiche che, cavalcando il malessere dei contribuenti, avevano puntato il dito sui dividendi di Iren che – a loro dire – potrebbero servire a calmierare le bollette. «I dividendi Iren, non sono un bancomat da usare a piacimento. Quei fondi servono per la manutenzione della città, per il verde, le scuole, le strade e la sicurezza urbana: togliere risorse a questi capitoli per coprire tariffe sarebbe un errore gravissimo e un danno per tutta la comunità. La vera responsabilità è dire la verità ai cittadini, non inventare nemici. Reggio Emilia continuerà a fare scelte fondate su trasparenza, sostenibilità e rispetto. Perché una città che si prende cura di sé non lo fa con gli slogan, ma con i fatti». La strada, per alleggerire le bollette, secondo Prandi è un altra, ovvero rafforzare le agevolazioni per chi davvero non ce la fa: «Oltre alle forme di rateizzazione del pagamento a cui tutti possono accedere, le agevolazioni sociali messe in campo dall’amministrazione comunale per ridurre l’impatto delle tariffe, vedono Reggio tra i Comuni più attenti, con agevolazioni del 100% della quota variabile non misurata con Isee fino a 15.000 euro, indipendentemente dal numero di figli a carico e fino a 30.000 euro per i nuclei familiari con almeno quattro figli a carico, a cui si aggiungono le agevolazioni per associazioni di promozione sociale (Aps) e organizzazioni di volontariato (Odv), con uno sconto del 100% della quota variabile non misurata.l © RIPRODUZIONE RISERVATA