Un anno fa l’alluvione: il giorno in cui anche il Reggiano si risvegliò sott’acqua
Tra il 19 e il 20 ottobre 2024 Villa Seta, Santa Vittoria, Cadelbosco Sotto e Gavassa furono tra le località tra le più colpite dell’emergenza dovuta alla rottura degli argini di Crostolo, Rodano e di altri canali
Cadelbosco Sopra Era la notte tra il 19 e il 20 ottobre 2024 quando il rumore dell’acqua ruppe il silenzio della campagna reggiana. In poche ore, il Crostolo e i canali vicini si gonfiarono fino a spezzare cinque argini: un migliaio di persone fu costretto a lasciare le proprie case, intere aziende furono sommerse, tanti gli animali da salvare, strade cancellate dal fango. A distanza di un anno, il ricordo di quella domenica rimane vivido. Le immagini delle cascine sommerse, dei soccorritori in canotto, di vite messe così duramente alla prova e dello straordinario lavoro di vigili del fuoco, protezione civile, volontari e amministratori locali raccontano ancora quell’emergenza impossibile da dimenticare.
Villa Seta
«Erano quarantacinque anni che non si vedeva una cosa del genere», ricordava in quelle ore Mauro Ferrari, residente a Villa Seta. Quella mattina, l’argine del Crostolo cedette nei pressi dell’ex azienda Menozzi e del polo logistico Accorsi, tra Santa Vittoria e Cadelbosco Sotto. Qui era finito sott’acqua anche un canile. Altre rotture interessarono il Canale Tassone e il Cavo Cava. L’acqua travolse campi e allevamenti: alla Tenuta San Vincenzo e al Biopig si lavorò per ore, con camion e trattori, per mettere in salvo migliaia di suini. La zona tra via Leonardo da Vinci e via Bastiglia divenne un’unica grande distesa d’acqua, con i vigili del fuoco e la Protezione civile impegnati in un’emergenza che — ironia della sorte — si era trasformata in realtà proprio nei giorni in cui era prevista l’esercitazione “Crostolo 2024”. Cadelbosco, in quelle ore, scoprì la fragilità della propria pianura ma anche la forza della sua comunità: volontari, agricoltori, operatori e cittadini fianco a fianco per aiutare chi aveva perso tutto. Oltre mille persone furono evacuate. Molti dormirono nei sacchi a pelo allestiti nella palestra comunale, mentre nella tensostruttura del bocciodromo si sistemarono i 55 volontari della Croce Rossa, impegnati a distribuire pasti caldi grazie alle cucine da campo. Quel centro sportivo, pensato come luogo di aggregazione, divenne il cuore della gestione dell’emergenza.
L’acqua dentro l’osteria
A Villa Seta, l’acqua travolse anche l’osteria “Laghi Seta – Prunt da Magner” di via Liuzzi. Ilaria Valentini, il fratello Gabriele e la madre Vanna Miari, 82 anni, videro in poche ore il loro locale sommerso fino a settanta centimetri. Arredi, macchinari, scorte alimentari e l’intero impianto elettrico andarono perduti, per danni stimati attorno ai 50mila euro. Eppure, nei giorni successivi, attorno a quella famiglia si strinse un’intera comunità: oltre cento volontari, tra amici, clienti e parenti, accorsero per spalare fango, asciugare muri e restituire dignità ai locali. «In quarantadue anni non era mai successo», raccontava Ilaria, ricordando l’acqua che saliva nel cortile e poi in casa, i frigoriferi rovesciati e il silenzio irreale della campagna allagata. Grazie all’aiuto di tanti, l’osteria riaprì poche settimane dopo, diventando uno dei simboli più autentici della rinascita di Cadelbosco Sopra.
A Santa Vittoria di Gualtieri
Anche a Gualtieri, la notte tra il 19 e il 20 ottobre 2024 si trasformò in ore di paura. A Santa Vittoria, frazione del paese, i volontari della Protezione civile bussarono casa per casa nel cuore della notte, invitando i residenti a salire ai piani alti: il Crostolo stava tracimando e i canali di bonifica, già saturi, non riuscivano più a contenere l’acqua. In poche ore si creò una “tempesta perfetta”: il torrente iniziò a premere sugli argini, in alcuni tratti indeboliti anche dalle tane delle nutrie, fino a provocare le rotture che misero in ginocchio l’intera zona. Sette famiglie di via Magnano furono evacuate, altre decine trascorsero la notte sveglie, con l’acqua a pochi metri dalle porte di casa. Davanti a Palazzo Greppi fu allestita l’Unità di Comando Locale dei vigili del fuoco. Tutti gli eventi della fiera di Gualtieri furono annullati. Oggi, a dodici mesi di distanza, quella notte resta impressa nella memoria collettiva come una prova di fragilità ma anche di grande solidarietà.
A Gavassa
A Reggio Emilia, l’emergenza colpì Gavassa. Il torrente Rodano ruppe gli argini all’altezza di via Koch, trasformando le strade in canali e costringendo decine di famiglie a lasciare le proprie case. L’acqua superò in alcuni punti il metro d’altezza, trascinando via mobili, ricordi e risparmi di una vita. I vigili del fuoco salvarono sette persone rimaste intrappolate nelle auto e una donna anziana, evacuata in barca con l’aiuto della Protezione civile. Il sindaco Marco Massari, quella mattina, visitò casa per casa i residenti per offrire assistenza e alloggi temporanei.