Gazzetta di Reggio

Reggio

Ambiente e vivibilità urbana

Reggio Emilia perde il primato green: scende dal primo al sesto posto in un anno nella classifica di Legambiente. Ecco perché

Reggio Emilia perde il primato green: scende dal primo al sesto posto in un anno nella classifica di Legambiente. Ecco perché

Bokar Diop (Legambiente): «Il primo posto non è un selfie da incorniciare: è una responsabilità da rinnovare ogni anno. Se altre città ci superano, significa che stanno correndo più forte»

3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia Solo un anno fa Reggio Emilia era in cima alla classifica di Ecosistema Urbano, il rapporto annuale di Legambiente con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Oggi scende al sesto posto tra i 106 capoluoghi italiani, perdendo la vetta conquistata nel 2023. Un arretramento che, secondo Legambiente Reggio Emilia, è un segnale da non sottovalutare. «La transizione ecologica è una corsa senza traguardo – spiega Bokar Diop, presidente dell’associazione –. Il primo posto non è un selfie da incorniciare: è una responsabilità da rinnovare ogni anno. Se altre città ci superano, significa che stanno correndo più forte. Noi dobbiamo accelerare, non accontentarci».

La classifica nazionale

Il report 2024 di Ecosistema Urbano mostra un’Italia in chiaroscuro. Nessuna città raggiunge il punteggio pieno e la media nazionale scende al 54,24%, in calo del 3,8% rispetto a due anni fa (56,41%). Sul podio ci sono Trento (79,78%) e Mantova (78,74%), le uniche città a superare la soglia dei 75 punti. Trento torna al primo posto, mentre Mantova guadagna cinque posizioni rispetto al 2023 grazie a risultati virtuosi su consumi idrici, perdite e raccolta differenziata (84%). Al terzo posto Bergamo con 71,82%, che compie un balzo di 13 posizioni grazie al lavoro su raccolta differenziata e ciclabilità. Completano la top ten Bolzano, Pordenone, Reggio Emilia, Parma, Rimini, Bologna e Forlì: tutte realtà del Nord Italia. Bologna, nona, resta la migliore tra le grandi città, pur perdendo una posizione. Il Sud continua a essere in difficoltà: l’unica eccezione è Cosenza, 16esima, mentre agli ultimi posti si trovano Caltanissetta, Caserta, Catania, Palermo, Catanzaro, Napoli, Crotone, Vibo Valentia e Reggio Calabria, tutte sotto il 35%.


Mobilità e uso dell’auto

A Reggio Emilia il nodo principale resta quello degli spostamenti. Nel Bilancio Ambientale comunale 2024 si segnala che il 64% degli spostamenti avviene ancora con mezzi motorizzati privati. E con 88 auto ogni 100 abitanti, siamo tra le città più motorizzate d’Italia. «Abbiamo chilometri di piste ciclabili, ma non le usiamo abbastanza», osserva Legambiente. Un dato che pesa sulla qualità dell’aria, sulla sicurezza stradale e sulla vivibilità degli spazi pubblici, limitando il potenziale degli investimenti già fatti.


Rifiuti e consumo di suolo

Sul fronte dei rifiuti, Reggio Emilia conferma un’elevata raccolta differenziata (84%), ma produce 671 chili di rifiuti pro capite. «Non basta differenziare bene se continuiamo a produrre troppo – spiega Diop –. E non basta piantare nuovi alberi se ne abbattiamo altri per costruire edifici, parcheggi e centri commerciali». Il tema del consumo di suolo resta infatti uno dei punti critici della città: «Abbiamo spazi verdi che dovremmo tutelare, ma continuiamo a consumarne di nuovi. La sfida non è solo tecnica, è culturale».


Serve una visione integrata

Secondo Legambiente, gli interventi a tutela dell'ambiente restano frammentati: mobilità, acqua e rifiuti dipendono da assessorati diversi. «Serve una visione integrata, con l’ambiente come asse centrale e trasversale di ogni scelta urbana». Ma la strategia, da sola, non basta. «Occorre la forza di una comunità che agisce ogni giorno – conclude Diop –. Non è una corsa a chi conquista più riconoscimenti, ma una sfida quotidiana per migliorare la qualità della vita. Ogni pedalata, ogni albero, ogni bottiglia di plastica evitata è un passo avanti».