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Reggio Emilia, studenti protagonisti agli Stati Generali dell’educazione: «Non vogliamo restare in silenzio»

Serena Arbizzi
Reggio Emilia, studenti protagonisti agli Stati Generali dell’educazione: «Non vogliamo restare in silenzio»

Oltre 400 giovani al cantiere di idee ed esperienze per costruire un nuovo patto educativo

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Reggio Emilia «Noi non vogliamo un sistema come quello costruito dal ministro Valditara, che ha detto che il patriarcato non esiste. La nostra generazione non vuole stare in silenzio: si sta mobilitando e risvegliando». Parola di Joy Montagna, 19 anni, studentessa del Canossa, e di Darcy Scognamiglio, sua coetanea, del Chierici – entrambe appartengono al collettivo Rabûn – tra le relatrici, ieri mattina, della prima giornata degli Stati Generali dell’educazione e della formazione al Centro internazionale Loris Malaguzzi con oltre 400 partecipanti. Si tratta di un cantiere condiviso di idee, esperienze e visioni per costruire un nuovo patto educativo, coinvolgendo l’intera comunità.

L’evento

La mattinata nella patria del Reggio Approach ha visto la partecipazione del presidente della Regione, Michele de Pascale, dell’assessora Marwa Mahmoud, oltre alla conduzione di Nogaye Ndiaye, la regia scientifica di Vanessa Roghi, storica dell’educazione e della scuola, gli interventi di Maura Gancitano, saggista, filosofa, Daniele Biella, giornalista e formatore. Si prosegue giovedì e venerdì con altri relatori di spicco. «La scuola serve per formare le coscienze – afferma Darcy Scognamiglio –. Noi, al Chierici, abitiamo spazi che, quando piove, cadono a pezzi». «Noi del Canossa siamo stati una delle prime scuole in Italia in cui, dopo un’occupazione, si è avviato un percorso di educazione affettiva grazie alla mobilitazione studentesca. Mobilitazione che hanno portato a una partecipazione molto elevata a eventi come lo sciopero del 3 ottobre scorso, quando ci siamo incatenate davanti alle scuole. La generazione si sta mobilitando e svegliando. Non possiamo più stare in silenzio. L'indifferenza è complice». Un altro studente diciassettenne ha parlato in modo accorato del diritto di voto, «frutto della conquista dei nonni partigiani che hanno combattuto per garantirlo, questo diritto».

Gli interventi
Tra gli interventi si registra anche il discorso del sindaco di Bagnolo, Pietro Cortenova. Molto toccante anche l’intervento di un’adolescente che si sposta sulla carrozzina elettrica: «Uno dei temi che mi sta più a cuore è l’inclusione, una parola che non dovrebbe neanche esistere. A scuola ho vissuto tanta discriminazione e non deve più succedere». Il presidente della Regione Michele de Pascale evidenzia il tratto che unisce tanti interventi: «La nostra generazione è cresciuta in un mondo che, fino a un certo punto, aveva l’illusione di stare sempre meglio. Dalla mia e nostra generazione è nata una forma di partecipazione molto rabbiosa. La frustrazione di non riuscire a cambiare le cose. Oggi vogliamo costruire insieme un meccanismo di partecipazione che non può essere solo su temi della didattica e della gestione della nostra scuola. Non permettete a nessuno di decidere di cosa vi dovete occupare». «Dobbiamo portare uno sguardo nuovo, insieme – aggiunge un altro studente –. Riflettiamo sui nostri problemi a pensiamo di prenderci i spazi altrimenti non ce li risolve nessuno». Gli Stati Generali ritorneranno giovedì e venerdì con un confronto diretto con il personale scolastico e, l’indomani, con i dialoghi con le famiglie e i confronti tra genitori e chi si occupa professionalmente di educazione. Durante la prima giornata, quella di ieri, sono affiorate le idee e le emozioni di studenti e studentesse arrivati al Malaguzzi da tutta la regione. Le loro esperienze hanno rappresentato un mosaico per capire cosa funziona o meno nella scuola attuale e renderla un’esperienza formativa a tutto tondo, non soltanto in campo strettamente didattico.  © RIPRODUZIONE RISERVATA