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Il progetto

Zone protette per gli studenti mentre aspettano il pullman all’ex caserma Zucchi e in piazzale Europa

Massimo Sesena
Zone protette per gli studenti mentre aspettano il pullman all’ex caserma Zucchi e in piazzale Europa

L’idea è quella di realizzare un luogo come alla Tenda di Modena: qui operatori sociali in veste di tutor. L’assessora Marwa Mahmoud: «Magari può essere utile anche agli stessi autisti di Seta»

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Reggio Emilia Un posto dove stare, più protetto e più sicuro di una fredda pensilina. Lo avranno, già a partire dalle prossime settimane, gli studenti che si trovano ogni giorno a transitare nei due snodi del trasporto pubblico, l’ex caserma Zucchi, in viale Allegri e il Centro di interscambio della Mobilità, in piazzale Europa. L’idea è quella già attuata nella vicina Modena con quella che oltre Secchia viene chiamata La Tenda: un luogo riparato e protetto in cui gli studenti possono attendere l’autobus che li riporterà a casa con operatori sociali nelle vesti di tutor o se preferite “angeli custodi” che possano in qualche modo evitare quegli episodi di prepotenza o bullismo che non di rado possono verificarsi in condizioni di assembramenti come quelli che si creano all’uscita da scuola.

«Non abbiamo ancora deciso come si chiamerà lo spazio. L’obiettivo – spiega l’assessora comunale alla scuola, Marwa Mahmoud – è quello di mettere a disposizione dei ragazzi che passano tempo in attesa degli autobus che li riportano a casa, uno spazio protetto, gestito da operatori sociali adulti che magari può essere utile anche agli stessi autisti di Seta, spesso coinvolti, loro malgrado in episodi negativi».

Il servizio, che dovrebbe partire nelle prossime settimane vedrà attivi sul campo gli operatori della Cooperativa sociale “Papa Giovanni XXIII” e nelle intenzioni del Comune avrà la durata dell’anno scolastico. Invero, questa dei due presidi per gli studenti in attesa dei bus non è che una delle azioni che il Comune sta mettendo in campo – sul versante dei giovani – in quella parte di città che dal centro (leggi ex Caserma Zucchi) si sposta a est e a nord arrivando ad abbracciare la zona di Santa Croce e quella della stazione storica.

«L’idea è quella di occuparci dei minori che abitano in zona stazione, mettendo al lavoro su questi tempi tutte le forze che abbiamo. Penso all’osmosi che potrebbe nascere dal supporto pedagogico e culturale che abbiamo a Santa Croce dove vivono e crescono le esperienze dei laboratori di Reggio Children e Re Mida, ma anche il teatro di MaMiMò, tutte armi con cui intendiamo combattere la povertà educativa». Invero, su questo fronte il Comune di Reggio non parte da zaro, anzi. Lo testimoniamo, ad esempio, i bambini che frequentano il dopo-scuola in via Turri. «Sono oltre 130 – dice l’assessora – e ormai hanno bisogno di altri spazi, che stiamo allestendo». Un esempio concreto di messa a terra di tutte queste idee potrebbe essere un grande campo estivo negli spazi del Binario 49». Quella dei bambini delle elementari e dei ragazzi delle medie non è che una parte della questione. Nella zona più problematica di Reggio vivono anche tanti adolescenti che trovano nello Spazio Raga, un punto di riferimento. «È uno spazio che compie 20 anni e l’11 dicembre festeggeremo quel compleanno e annunceremo nuove iniziative a favore dei ragazzi che qui vivono, studiano e coltivano sogni». 

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