Dopo il restauro tornano a suonare le campane del Duomo di Reggio Emilia
L’esibizione dei Campanari Reggiani per i santi Crisanto e Daria domenica 26 ottobre
Reggio Emilia Le sette campane del Duomo cittadino tornano a risuonare. Lo hanno già fatto, a dire la verità, in queste settimane, dopo la conclusione dei lavori per il restauro della torre campanaria iniziato a febbraio (e costato 390mila euro, cifra ottenuta dalla Diocesi grazie ai finanziamenti Pnrr), ma domenica è in programma l’inaugurazione ufficiale, in una giornata di festa per la Chiesa reggiana. Da venerdì a domenica sono in programma i tre giorni dedicati ai santi Crisanto e Daria, martiri della chiesa cristiana e co-patroni di Reggio insieme a San Prospero; alle 13 di domenica, a seguito della messa pontificale in Cattedrale, è in programma il concerto dell’Unione dei Campanari Reggiani. Un’associazione nata nel 2008 e che conta circa 40 volontari che ha il compito di dare il ritmo anche alla vita dei reggiani: «Per noi campanari il Duomo è il centro dell’attività– afferma Matteo Talami, ex presidente e oggi appartenente al gruppo–. Ci è dispiaciuto dover interrompere un rito che ora riprendiamo volentieri. Il suono delle campane è estremamente codificato e si svolge, per quanto riguarda la Cattedrale di Reggio, solo manualmente. Sono campane che risalgono alla seconda metà del ’700 e che non sono state toccate dai lavori di restauro».
Il cantiere, partito a febbraio, si è infatti concentrato sulla sicurezza, sistemando il tetto e le finestre e l’intonaco dei muri. I ponteggi, che erano ben visibili da piazza Prampolini, sono stati tolti e ora la torre campanaria è tornata a splendere in tutto il suo splendore: «Dopo la messa del vescovo faremo un concerto per celebrare i nostri patroni», aggiunge Talami. La scorsa settimana il vescovo Giacomo Morandi ha celebrato una messa con l’Unione dei Campanari Reggiani, che hanno consegnato a sua Eccellenza la maglia del gruppo. Fare il campanaro, in un’epoca improntata sull’innovazione tecnologica, significa sposare una causa, culturale prima ancora che religiosa. I volontari raggiungono la sommità del Duomo a piedi e tutto si svolge con fatica ma anche con passione. Un’attività che si è tramandata di secolo in secolo e che raggruppa tutti: «Noi abbiamo ancora la scuola attiva per i giovani che vogliono imparare, e devo dire che abbiamo alcuni bambini all’interno della nostra associazione. Proveniamo da posti diversi della Provincia e, come dice la parola stessa, il campanilismo c’è anche all’interno dell’Unione Campanari Reggiani. Certamente – conclude Matteo Talami – il Duomo di Reggio e la sua torre campanaria mettono d’accordo tutti». l © RIPRODUZIONE RISERVATA