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Il caso

Pagliani fa causa alla Rai per il docu-film sull’inchiesta Aemilia e chiede 250mila euro di danni

Pagliani fa causa alla Rai per il docu-film sull’inchiesta Aemilia e chiede 250mila euro di danni

Reggio Emilia, per il legale «la notizia decisiva della sua piena innocenza è relegata, in modo del tutto marginale, sproporzionato e insufficiente»

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Reggio Emilia  L’avvocato Giuseppe Pagliani ha inviato una diffida e richiesta di risarcimento danni alla RAI Radiotelevisione Italiana e alla società di produzione Fidelio Srl per quella che definisce una “palese diffamazione” subita durante la trasmissione Aemilia 220, andata in onda su Rai Due il 25 maggio scorso in prima serata. Nel documento, firmato anche dai legali Gianluca Dallari e Valentina Cavani, Pagliani contesta il modo in cui la fiction ha rappresentato la sua vicenda giudiziaria legata al processo Aemilia, parlando di una ricostruzione «volgarmente faziosa» che avrebbe omesso di sottolineare in modo adeguato la sua piena assoluzione e il risarcimento ricevuto dallo Stato per l’ingiusta detenzione.

La nota

«La speculazione palesemente diffamatoria svolta durante la trasmissione di Rai Fiction Aemilia 220 andata in onda su Rai Due il 25 maggio scorso in prima serata sulla mia persona compiuta per cercare di dare un colore politico all’indagine Aemilia è a dir poco vergognosa, non può passare inosservato l’attacco ignobile e pubblico ad una persona manifestamente innocente e risarcito dallo Stato per l’ingiustizia subita. Il tentativo di realizzare una narrazione che così volgarmente faziosa non poteva essere da me e da noi tollerata» scrive in una nota. «La notizia decisiva della sua piena innocenza è relegata, in modo del tutto marginale, sproporzionato e insufficiente, a un fugace riferimento nei titoli di coda, privo di spiegazione o di rilievo visivo» evidenzia.
 

«Pertanto abbiamo deciso di agire in giudizio per riportare la verità materiale e giudiziale al proprio posto, il mancato rispetto dell’ingiusta ed ingiustificata sofferenza patita per sette anni e mezzo da me, dai miei genitori, dai mie colleghi, dai miei amici nonché da tutti coloro che si oppongono al governo politico ed amministrativo delle nostre terre meritava una risposta molto determinata e dura. L’errore giudiziario è stato riscontrato in tutti i gradi di giudizio – sottolinea - pertanto ciò che Rai e Fidelio Srl hanno trasmesso determina la volontà di colpire politicamente un innocente, queste condotte meritano la censura più netta da tutti coloro che hanno a cuore il senso più elementare di giustizia. Le associazioni criminose di qualsiasi genere ed origine vanno colpite in modo incondizionato ad ogni livello e chiunque di noi si deve impegnare in modo incondizionato per debellare un “cancro” sociale, ma non si possono coinvolgere e trascinare in indagini mastodontiche persone che non c’entrano nulla e che sono risaputamente persone perbene e risultate poi palesemente innocenti nell’intero percorso processuale durato sette anni e mezzo».

Cosa chiede
Nel documento di diffida, l’avvocato Giuseppe Pagliani — tramite i suoi legali — chiede alla società Fidelio Srl di rimuovere immediatamente il docufilm Aemilia 220 dalla piattaforma on demand della Rai e da ogni altro archivio digitale o servizio di streaming, nonché di astenersi da ulteriori repliche o diffusione dell’opera finché non venga effettuata una rettifica integrale dei contenuti, con un’adeguata evidenziazione della sua piena assoluzione. Pagliani richiede inoltre un risarcimento complessivo di 250mila euro, di cui 150mila per i danni non patrimoniali legati alla diffamazione e alla sua ampia diffusione, e 100mila per i danni patrimoniali da lucro cessante, dovuti al prevedibile calo di clientela e di incarichi professionali conseguente al pregiudizio della sua reputazione.