Gazzetta di Reggio

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Il femminicidio

Uccise Aurora Tila, 13 anni, gettandola dal settimo piano: l’ex fidanzato condannato a 17 anni

Paola Benedetta Manca
Uccise Aurora Tila, 13 anni, gettandola dal settimo piano: l’ex fidanzato condannato a 17 anni

Piacenza: la condanna per omicidio aggravato e stalking al 17enne. La madre: «Giustizia è fatta»

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Piacenza Diciassette anni. Sono gli anni di pena che dovrà scontare il 16enne accusato di aver ucciso, dopo averla perseguitata, l’ex ragazza, Aurora Tila, di soli 13 anni. Il fatto, che lasciò sotto choc tutta Italia, accadde un anno fa, il 25 ottobre del 2024. Era mattina, prima dell'inizio delle lezioni scolastiche, ma Aurora a scuola non ci tornerà mai più, morta dopo essere precipitata al suolo dal balcone del settimo piano del palazzo in cui abita con la madre e la sorella. Quello che all'inizio potrebbe sembrare un incidente, dopo poco tempo si delinea come un delitto. Sul balcone con lei c'era un ragazzo che la tenne ha frequentato in passato, prima di chiudere la storia, ma lui ha continuato a perseguitarla.

La fermava in strada e si nascondeva nelle scale del suo palazzo per sorprenderla, come ha fatto quella mattina. Aveva deciso che Aurora doveva tornare con lui. Anche se lei non voleva. E poi arrivano le testimonianze dei vicini che, dal palazzo vicino, hanno visto una scena agghiacciante, quella del 16enne che, dopo che Aurora era precipitata dal balcone, con ogni probabilità gettata nel vuoto da lui stesso, come evidenzierà l'autopsia, colpiva le mani della 13enne per farle mollare la presa dalla ringhiera a cui disperatamente si era aggrappata, prima di precipitare. Ieri il Tribunale minorile di Bologna ha condannato, con rito abbreviato condizionato, il ragazzo a 17anni per omicidio aggravato da stalking, dalla minore età della vittima e dalla relazione affettiva; l'accusa ne aveva chiesto 20 e otto mesi, raccomandando di non riconoscere le attenuanti generiche, come poi è avvenuto.

Anche l'avvocata Anna Ferraris, che assiste la madre di Aurora, Morena Corbellini, si era augurata che il 16enne fosse condannato "a una pena superiore ai 15 anni, considerando anche l'aggravante dello stalking". In aula c'era anche la mamma della 13enne. «L'ha uccisa perché, al di là dello squilibrio mentale, è un assassino di suo: è gente che nasce così. L'ha uccisa per gelosia? Può essere. Per possesso? Sicuramente, perché lei aveva detto di no, non lo voleva più» spiega prima della sentenza. E a fine processo commenta: «Sono soddisfatta per la condanna a 17 anni, anche se 20 erano meglio. Ma almeno giustizia è stata fatta. Io ho sempre creduto nella giustizia, l'ho detto dall'inizio». Ha deciso di creare un'associazione in memoria della figlia. «L'obiettivo - rimarca - è quello di andare in giro e informare e aiutare i ragazzi e le ragazze che hanno problematiche a non fidarsi di personaggi come il ragazzino incontrato da mia figlia». La difesa del 16enne, però, non si arrende. La condanna, sostiene uno dei suoi avvocati, Ettore Maini, «non rispecchia le richieste del pm e, nel corso dell'arringa, abbiamo evidenziato che le fonoregistrazioni delle dichiarazioni dei testi dicono qualcosa in più rispetto a quello che è stato verbalizzato e ne contraddicono certi aspetti. Per cui l'attendibilità dei testi è in discussione e noi faremo senz'altro appello».l © RIPRODUZIONE RISERVATA