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Il Cedro del Libano del Parco del Popolo tra gli alberi monumentali d’Italia


	Il Cedro del Liberano del Parco del Popolo e il Frassino americnao di viale Isonzo
Il Cedro del Liberano del Parco del Popolo e il Frassino americnao di viale Isonzo

Reggio Emilia: lo stesso riconoscimento anche per il Frassino americano su viale Isonzo. Hanno più di 150 anni

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Reggio Emilia Il Cedro del Libano del Parco del Popolo e il Frassino americano di viale Isonzo, due maestosi simboli verdi del centro storico, entrano ufficialmente nell’elenco nazionale degli alberi monumentali d’Italia, redatto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Masaf). «Salgono così a tre gli alberi protetti in Comune di Reggio Emilia; si aggiungono al Cedro deodara della Reggia di Rivalta, vincolato da tempo» sottolinea il professor Ugo Pellini.
 

Storia dei due alberi

A livello nazionale questo inventario comprende 4749 alberi, selezionati in base alla loro età, alle loro dimensioni, alla rarità botanica, al pregio paesistico, nonché al valore storico, culturale e religioso. «Sono in prevalenza piante già presenti alla fine dell'Ottocento; hanno accompagnato la vita degli uomini per tutto il secolo passato e sono ancora in grado di farlo anche per altri decenni o forse più – racconta -. Del Cedro del Parco dl Popolo, che ha una circonferenza del tronco è 680 cm: misura discutibile visto che i suoi rami partono fin dalla base. E un'altezza di 18 metri, sappiamo anche l'età; ha più di 150 anni: è stato infatti messo a dimora nel 1876 al momento dell'inaugurazione dei “Giardini del pubblico passeggio, per offrire ai cittadini una amena e comoda passeggiata all’interno e presso la città”». Plurisecolare e molto probabilmente suo coevo è Frassino americano: 301 cm la circonferenza del tronco per un'altezza di 20 metri, che vegeta tra viale Isonzo e viale Allegri.«Può essere considerato l’emblema dell’abilità della natura, in questo caso con l’aiuto dell’uomo, di sopravvivere anche alle maggiori avversità climatiche e ambientali. Quando infatti il 30 giugno del 1998 un grosso fortunale lo spogliò quasi completamente dei rami che si protendevano verso la circonvallazione in molti ne chiesero l’abbattimento “per motivi di sicurezza”. Grazie all'appello di alcuni ambientalisti (primo tra i quali chi scrive) e la sensibilità dell'allora assessore al verde, Luciano Gobbi, la pianta venne curata ed eccola ora più in forma che mai a ricevere il dovuto riconoscimento» evidenzia. «Dopo l'ottavo aggiornamento dell'elenco ministeriale gli alberi protetti in Provincia di Reggio Emilia sono diventati dodici; ancora pochi se si considera il patrimonio verde esistente» conclude Ugo Pellini.