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Il caso

Studentessa filmata durante un atto sessuale: il video diventa virale sulle chat

Alice Benatti
Studentessa filmata durante un atto sessuale: il video diventa virale sulle chat

Prima la condivisione su una chat di amici, poi la registrazione dello stesso video si sta diffondendo: ecco cosa dice il Codice rosso per chi invece di spezzare la catena si rende complice

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Reggio Emilia Ha ripreso di nascosto una ragazza, una studentessa reggiana, con la quale stava vivendo un momento d’intimità durante l’atto sessuale e ha “schiaffato” il video su una chat di altri maschi: un gruppetto di amici, che ha accolto il filmato tra risate virtuali senza rendersi conto del male che stava commettendo nei confronti della ragazza. Da lì, la situazione si è aggravata ulteriormente: uno di loro ha avviato una registrazione dello schermo e quel contenuto privato ha cominciato a rimbalzare di telefono in telefono. “Inoltrato molte volte”, come compare su WhatsApp a testimoniare una violenza diventata virale. E questo perché chi lo ha ricevuto – prima gli amici del giovane poi tutti gli altri – lo ha mandato a qualcun altro, invece di tenerlo per sé e “spezzare la catena”.

Certo molti studenti e studentesse lo avranno fatto con leggerezza e non è certo il primo caso ma – è bene ricordarlo – con il loro comportamento hanno, di fatto, “strizzato l’occhio” alla condotta di chi ha condiviso per primo quel video con materiale sessualmente esplicito. Come a dire: invece di proteggerti, ti espongo ulteriormente. È una questione di complicità. Quello che è successo a Reggio è solo l’ultimo caso in ordine di tempo di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, un reato specifico introdotto con la legge n. 69 del 2019, nota come Codice Rosso, che ha modificato il codice penale attraverso l’introduzione dell’articolo 612 ter. Tra le altre cose, è bene che lo sappia chi ha condiviso quel video, a commettere il reato non è solo chi lo realizza e lo condivide per primo: la pena della reclusione da uno a sei anni e della multa da 5mila a 15mila euro si applica anche chi lo condivide a sua volta, dopo averlo ricevuto.

La ragazza vittima del video, qualora al corrente di ciò che sta succedendo, dovrebbe rivolgersi subito alle autorità competenti: già in queste ore quelle immagini potrebbero quindi diventare oggetto di indagine da parte della Polizia postale. Un’indagine che, vista la gravità del reato, potrebbe svolgersi in tempi brevissimi, proprio per tutelare la vittima di questa violenza. La speranza, comunque, è che il video in questione non sia stato condiviso ulteriormente su altre piattaforme social e che le indagini possano scoprire i colpevoli di questo gesto.l © RIPRODUZIONE RISERVATA