Sempre più pensionati che lavoratori: il saldo di Reggio Emilia resta positivo ma si assottiglia
Secondo la CGIA di Mestre, l’Emilia-Romagna è tra le regioni con più occupati rispetto ai pensionati, ma il trend demografico segue quello nazionale: sempre più anziani e meno giovani al lavoro
Reggio Emilia Il saldo tra le pensioni erogate e i lavoratori attivi certifica una volta di più la spaccatura tra il nord e il sud dell'Italia. Lo dice la CGIA di Mestre. Nelle città del nord la differenza è a favore dei lavoratori attivi, anche se il trend, abbastanza inesorabile, è quello che vede ogni anno aumentare la quota dei pensionati mentre non accenna ad aumentare la quota dei lavoratori attivi. In regione, a presentare il saldo migliore è quello che presenta Bologna. Il capoluogo di regione presenta un dato di pensioni erogate pari a 410.370, mentre i lavoratori attivi sono 471.616. Al secondo posto, in questa classifica, c'è Modena con 321.198 lavoratori attivi e _ di contro _ 280.636 pensionati. Il saldo, oltre Secchia, è di 40.562. Alle spalle di Modena, sul terzo gradino del podio c'è poi Parma con un saldo di lavoratori attivi di 38.769 unità.
Il saldo di Reggio Emilia, quarta in questa classifica è invece di 35.457 unità. Un dato che nasce dalla differenza tra gli occupati (240.315) e i pensionati che invece sono 204.858. Invero, anche guardando i dati regionali non si può fare a meno di notare come – se escludiamo Piacenza – tutte le province che seguono Reggio sono a sud e il loro saldo, nonostante resti positivo, si fa sempre più risicato: si va infatti dalle 24.163 unità di Rimini (153.367 i lavoratori attivi, 129.204 i pensionati). Dopo Rimini, un altro drastico calo nel saldo della provincia di Forlì che ha 17mila lavoratori attivi in più rispetto ai vitalizi che ogni mese vengono erogati . Al terz’ultimo posto di questa graduatoria che mette a confronto pensionati e lavoratori attivi c’è Piacenza con 119.934 pensioni a fronte di 133.754 stipendi, e la differenza è positiva per 13.820 unità. Al peultimo posto – con l’ultimo saldo positivo – c’è la provincia di Ravenna che a fronte di 173.388 lavoratori vede erogare ogni mese 167.425 pensioni, per un saldo di poco superiore a alle 5mila unità. In territorio negativo, troviamo poi Ferrara che conta 147.416 occupati e deve fare i conti con 157.400 pensionati per un saldo che ha il segno - davanti ed è pari a 9.984. E per la verità, Ferrara non nemmeno l’unica provincia del nord a presentare numeri in negativo. Al nord, con saldi negativi gtroviamo anche Rovigo (-2.040), Sondrio (-2.793), Alessandria (-6.443), Vercelli (-7.068), Biella (-9.341), Genova (-10.074) e Savona (-13.753). Del resto, con tanti pensionati e pochi giovani, anche le imprese sono in seria difficoltà. Reperire sul mercato del lavoro figure professionali altamente specializzate è ormai diventata un’impresa quasi impossibile. Ad oggi, la regione che presenta l’indice di anzianità dei dipendenti privati più elevato è la Basilicata (82,7). Significa che ogni 100 dipendenti al di sotto dei 35 anni, ve ne sono 82,7 che hanno oltre 55 anni. Seguono la Sardegna (82,2), il Molise (81,2), l’Abruzzo (77,5) e la Liguria (77,3). Il dato medio nazionale è pari al 65,2. Le regioni meno “colpite” da questo fenomeno – anche se già da alcuni anni cominciano ad avvertire le difficoltà sono l’Emilia Romagna (63,5), la Campania (63,3), il Veneto (62,7), la Lombardia (58,6) e il Trentino Alto Adige (50,2).l © RIPRODUZIONE RISERVATA
