Mobilità sanitaria, a Reggio Emilia 4mila ricoveri l’anno da fuori regione
I numeri dell’Ausl reggiana: circa il 57,9% viene curato negli ospedali pubblici, il resto nelle cliniche private convenzionate
Reggio Emilia L'anno scorso sono stati 4.105 i cittadini non residenti in Emilia-Romagna ricoverati negli ospedali pubblici e privati della provincia di Reggio Emilia. Di questi pazienti, 2.377 sono stati curati negli ospedali dell'Azienda Usl (57,9%) e 1.728 nelle strutture private accreditate (42,1%). I numeri arrivano dall'Ausl reggiana, che interviene così nel dibattito sollevato dal presidente della Regione Michele de Pascale sulla cosiddetta "mobilità attiva interregionale".
«In termini economici – si legge nella nota dell’Ausl di Reggio Emilia – si tratta di quasi 18 milioni di euro, di cui 8 milioni e 221 mila euro per i casi trattati nelle strutture pubbliche e 9 milioni e 751 mila euro per i casi del privato accreditato. Se si valuta il volume complessivo dei ricoveri effettuati nelle strutture pubbliche e private accreditate di questa provincia nello stesso anno, l’impatto economico della mobilità attiva interregionale è pari al 4,5% per la casistica trattata negli ospedali del presidio dell’Azienda Usl e 29% di quella trattata nelle strutture private accreditate».
Da giorni il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale, continua a richiamare l’attenzione sul tema della mobilità sanitaria, ribadendo come la Regione si trovi a gestire un afflusso di pazienti da tutta Italia che mette sotto pressione il sistema. Dopo le prime dichiarazioni in cui aveva chiesto di limitare l’arrivo di pazienti da fuori regione, de Pascale è tornato sull’argomento anche in tv, spiegando che «il problema non è solo economico ma organizzativo, per la carenza di medici, infermieri e operatori socio-sanitari». L’Emilia-Romagna, ha ricordato, spende ogni anno circa 12 milioni di euro in più rispetto ai trasferimenti ricevuti e sta lavorando per firmare protocolli con le regioni del Sud per gestire in modo condiviso i flussi di mobilità, intervenendo soprattutto sui casi impropri.
