Gazzetta di Reggio

Reggio

La nostra rubrica Oltre il giardino

Erica e Calluna, regine di colore in un mondo ricco di sfumature

Stefano Pagano*
Erica e Calluna, regine di colore in un mondo ricco di sfumature

Forme leggere e fioriture delicate per animare bordure, muretti e aiuole Piante ideali per creare giochi di contrasti in spazi verdi di ogni tipo

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La Calluna chiamata comunemente “brugo”, viene spesso confusa con la vera Erica, un genere che riunisce molte specie originarie di varie parti del mondo, parecchio ornamentali, coltivate sia in giardino, ma anche sul balcone, grazie anche alla scalarità delle loro fioriture e che ci portano alla mente le “brughiere”, associazioni vegetali di grande interesse botanico. Il genere Erica comprende specie spontanee in Africa ed Europa, ma non solo. Perfette per colorare le bordure, provatele nel rock-garden. Tra le molte specie vi segnalo l’E.gracilis, con foglioline triangolari e fiori con una bella sfumatura bianco-rosata, l’E. x darleyensis (fiorisce in inverno) e l’E.Carnea con foglie di un bel verde scuro e fiori raccolti in grappoli cilindrici rosso-rosa. Per decorare muretti, scalinate in pietra e pendii, le eriche possono essere una buona soluzione, grazie alla tendenza di diffondersi con portamento tappezzante, in particolar modo la E.cinerea. Provate ad associarla con tappezzanti dal fogliame diverso come la Lonicera pileata: il contrasto sarà davvero interessante e scenografico oppure con altre amanti del terreno acido come i Rododendri o le elegantissime Camelie. Dato che non sopportano i ristagni d’acqua, vi suggerisco di creare aiuole rialzate, così da arricchirle con torba di sfagno e ottenere un buon drenaggio.
 



Potete giocare con macchie compatte monospecifiche dello stesso colore o più colori ma se le andate a mixare con felci e bulbi, otterrete un aspetto molto più bucolico e davvero naturale. Il genere Calluna, invece, è composto da una sola specie, la C. vulgaris e pensate che il suo nome deriva dal greco e significa “pulire”, perché dovete sapere che un tempo i suoi rametti venivano usati per farne piccole scope! Produce racemi di fiori rosa-porpora ed è ricca di cultivar con corolle sia semplici che doppie di colore bianco, giallo, rosso e non solo. Le piccole foglie aghiformi sono di un bel verde inglese. Gradisce terricci per acidofile per prosperare al meglio, perché detesta il calcare. Le annaffiature devono essere regolari, ma occhio ai ristagni: sostenete la sua fioritura con concimi dedicati; coltivatela all’aperto, in luogo luminoso perché adora il sole, ma solo quello che non scalda troppo. Per propagarla, è facilissimo da talea: in primavera, prelevate le estremità di rametti non fioriferi lunghi circa 5 cm, interrateli poi a metà in una miscela di sabbia e torba in parti uguali, in vasetti singoli e metteteli all’ombra. Vi avverto però, dovrete armarvi di pazienza, perché la radicazione richiede tempo… ma credetemi, ne varrà sicuramente la pena.  
*giardiniere e influencer Fb Stefano Pagano IG ste.pagano_thegardener