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Interpump: sciopero contro il licenziamento di un delegato sindacale, ma l’azienda racconta un’altra storia. Ecco cosa sta succedendo

Miriam Figliuolo
Interpump: sciopero contro il licenziamento di un delegato sindacale, ma l’azienda racconta un’altra storia. Ecco cosa sta succedendo

Sant’Ilario d’Enza: la Fiom parla di «attacco al sindacato», ma l’azienda respinge le accuse e dice: «Licenziamento per comportamenti gravi»

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Sant’Ilario d’Enza Il licenziamento di un delegato sindacale della Fiom accende la miccia dello sciopero all’Interpump con la mobilitazione di 200 lavoratori e un presidio itinerante, ieri, tra la fabbrica di Calerno e la sede legale di Pieve, in via Vico a Reggio Emilia. «Provvedimento ingiustificato, per una contestazione priva di fondamento. Un atto di intimidazione nei confronti delle altre Rsu e un attacco al sindacato», tuona Simone Vecchi, segretario generale della Fiom di Reggio.

Ma l’azienda racconta un’altra storia: il licenziamento sarebbe arrivato «a fronte di comportamenti estremamente gravi», e «potenzialmente rilevanti dal punto di vista penale», «lesivi della dignità e della sicurezza delle persone», «una minaccia grave alla persona». Da entrambe le parti si ventila ora il ricorso al tribunale.

La mobilitazione
La mobilitazione di ieri è arrivata dopo quattro giorni consecutivi di stop alla produzione e un totale di 32 ore di sciopero contro il licenziamento del collega, al quale seguiranno altre iniziative, fanno sapere dal sindacato. Il delegato sindacale licenziato è Massimo Marigliano, 45 anni di cui 28 da operaio alla Interpump di Calerno, una moglie e un figlio di dieci anni, negli ultimi 22 anni sempre rieletto dai propri colleghi come delegato Fiom, sottolineano dalla Camera del lavoro. «Sono vittima di un’ingiustizia – ha dichiarato lui – e ringrazio le colleghe e i colleghi per la solidarietà e la Fiom per il supporto che mi sta dando». Ieri al presidio erano presenti una dozzina di suoi colleghi, delegati Fiom di venti aziende metalmeccaniche reggiane e il segretario della Camera del Lavoro, Cristian Sesena. Una delle colleghe di Marigliano, a dimostrazione del sostegno e della stima di cui gode, ha letto una poesia a lui dedicata in cui viene descritto come «sempre sorridente», «un gigante buono»: «Noi ci batteremo per farlo restare con tutti gli onori. Massimo cosa importa se “pizzaiolo” ti hanno chiamato/Tu per noi sarai sempre l’Rsu più ammirato».

Cosa è accaduto

Sulla dinamica di quanto accaduto e finito a centro di un’indagine interna all’azienda al momento poco trapela. Solo che i fatti contestati risalgono al 7 ottobre. E da quel momento, sottolinea Giovanni Prisco della Fiom, «per un mese l’azienda non ha mai avuto l’attenzione di ascoltare il punto di vista di Marigliano, e nemmeno ha contattato la Fiom». Nelle ultime settimane, denuncia inoltre la Fiom, il clima in azienda sarebbe peggiorato a causa di una segnalazione sul tema sicurezza fatta proprio da Marigliano, in qualità di Rls. L’operaio era già stato vittima di un provvedimento disciplinare di un’ora di multa. Dimostrazione, secondo Prisco, «di una crescente insofferenza» per la sua attività sindacale. Ora la Fiom annuncia «assemblee in tutti i reparti per organizzare un piano di lotta duratura» e l’«inevitabile vertenza legale» al Tribunale del Lavoro di Reggio. Con una nota l’azienda respinge le accuse dicendosi «da sempre impegnata in un dialogo leale e costruttivo con tutte le organizzazioni sindacali» e riferisce di «testimonianze sottoscritte» che confermano la gravità delle accuse. Respinge l’accusa che l’operaio non sia stato ascoltato: quanto ha riferito però «dopo attento esame, non ha modificato la valutazione in ordine alla gravità dei fatti accertati».  

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