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Il caso

Maltrattamenti in famiglia, scappa da Reggio Emilia per evitare il braccialetto elettronico: arrestato

Maltrattamenti in famiglia, scappa da Reggio Emilia per evitare il braccialetto elettronico: arrestato

Il 43enne è stato trovato a Catania dopo due mesi dal provvedimento: il giudice aveva disposto che non potesse avvicinarsi all’ex moglie e il dispositivo

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Reggio Emilia Era destinatario di un’ordinanza che imponeva il divieto di avvicinamento all’ex moglie, con l’applicazione del braccialetto elettronico, nell’ambito di un’indagine per maltrattamenti in famiglia. L’uomo, però, non aveva mai permesso l’installazione del dispositivo e si era allontanato dalla città. Le indagini congiunte delle Squadre Mobili di Reggio Emilia e Catania, coordinate dalla Procura reggiana, hanno portato al suo arresto nel capoluogo etneo, dove è stato trasferito in carcere in esecuzione della nuova misura cautelare. Si tratta di un 43enne originario di Catania e residente a Reggio Emilia, rintracciato il 31 ottobre dopo essersi reso irreperibile per mesi.
 

Era stata emessa alla fine di agosto 2025 da parte del giudice per le indagini di Reggio Emilia l’ordinanza che applicava la misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con applicazione del braccialetto elettronico. Da quel momento, però, il 43enne si era reso di fatto irreperibile, non permettendo l’installazione del braccialetto elettronico. Grazie ad un’accurata attività investigativa, effettuata dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia in collaborazione con la Squadra Mobile di Catania, coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia diretta da procuratore capo Calogero Gaetano Paci, l’uomo è stato rintracciato ed arrestato il 31 ottobre scorso mentre si trovava nella città etnea. Sulla base di quanto sopra, dunque, il 43enne è stato tratto in arresto, in esecuzione dell’ordinanza di sostituzione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa con installazione del braccialetto elettronico con quella più afflittiva della custodia cautelare in carcere, e successivamente accompagnato presso la Casa Circondariale di Catania ove si trova attualmente.