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L’incontro

Rogo Inalca, prossima settimana il confronto tra il Comune e l’azienda

Rogo Inalca, prossima settimana il confronto tra il Comune e l’azienda

Reggio Emilia, si tratta del primo faccia a faccia dopo la citazione davanti al Tar di Parma

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Reggio Emilia L’incontro sarebbe già in calendario per i primi giorni della prossima settimana. Del resto, non era oggettivamente più rinviabile un confronto tra il Comune e i rappresentanti di Inalca, l’azienda del gruppo Cremonini proprietaria dello stabilimento che sorgeva in via Due Canali e che è andato completamente distrutto dalle fiamme la notte dell’11 febbraio scorso. Il confronto tra le due parti non era più rinviabile soprattutto dopo che proprio Inalca aveva deciso di impugnare le ordinanze firmate dal sindaco di Reggio Marco Massari che intimavano all’azienda di proseguire nelle operazioni di bonifica dell’area. Provvedimenti, quelli del sindaco, a cui l’azienda ha deciso di opporsi nel modo più duro, ovvero impugnando le ordinanze davanti al Tar di Parma e, sempre in quella sede, chiedendo addirittura un risarcimento di 400mila euro allo stesso Comune.

Con queste premesse è difficile dire cosa possa uscire di positivo da questo incontro. Quel che è certo è che la giunta Massari non è più disponibile ad attendere oltre: serve una bonifica dell’area, anche di quelle parti di amianto che restano all’interno del perimetro e che non sono state tolte quando l’area era sotto sequestro da parte della magistratura. Ora che l’area è da tempo dissequestrata la bonifica si è fatta sempre più urgente. Ed ecco perché in Comune ritengono che non sia più il tempo delle parole, quanto piuttosto dell’azione. Certo, il contenzioso davanti al Tar non aiuta. E non è nemmeno l’unico fronte aperto in cui Inalca e il Gruppo Cremonini sono chiamati ad un ruolo attivo. L’altro fronte è infatti quello sindacale, dove si discute del futuro dei quasi 200 dipendenti dell’ex stabilimento del Tondo. Tra loro ci sono i lavoratori che fin dai primi giorni dopo il rogo si sono sobbarcati le trasferte – regolarmente riconosciute dall’azienda sulla base di un accordo ad hoc con i sindacati – , circa 160 persone che si sono divise tra gli stabilimenti del Gruppo nel Modenese, nel Piacentino e nel Mantovano. Per loro, si tratta ora di passare da lavoratori in trasferta a lavoratori trasferiti in pianta stabile negli altri stabilimenti targati Cremonini.

Di questo si parlerà nella trattativa che è formalmente entrata in una fase particolare, quella che prelude alla fine della Cassa integrazione a cui l’azienda ha fatto ricorso per quei lavoratori – tra trenta e quaranta persone – che dopo l’incendio non potevano o non volevano sobbarcarsi trasferte quotidiane, ancorché retribuite. È con la fine della cassa integrazione che si apre formalmente la fase dei licenziamenti. Licenziamenti – è bene chiarirlo – che non sono in alcun modo formalizzati e che sono un passaggio obbligato nell’apertura della procedura. Una partita, l’ennesima di questa vicenda, ancora tutta da giocare. l© RIPRODUZIONE RISERVATA