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Il caso

«Chiude il progetto Qua... anzi no». Prandi: «Mail partita per un errore, lo valorizzeremo»

Serena Arbizzi
«Chiude il progetto Qua... anzi no». Prandi: «Mail partita per un errore, lo valorizzeremo»

Scoppia il caso su “Qua-Quartiere bene comune” dopo che molti cittadini hanno ricevuto la comunicazione

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Reggio Emilia Un fiore all’occhiello, per l’amministrazione, ma anche per i tanti cittadini che hanno potuto farvi riferimento per risolvere problemi di vario tipo: da quelli più semplici ai più complessi. E per questo, quando il Comune ha diffuso tramite numerose mail la notizia che quel progetto sarebbe stato chiuso è scoppiata la rivolta.


Cos’è
Parliamo del progetto “Qua-Quartiere bene comune”, premiato in sedi italiane ed europee, decollato come iniziativa dell’amministrazione comunale una decina di anni fa, al quale erano arrivati a far capo migliaia di cittadini e fino a contare centinaia di progetti. L’iniziativa nacque in seguito al venir meno del modello di decentramento basato sulle circoscrizioni e soltanto nella sua prima fase, fino al 2019, portò alla sottoscrizione di 27 accordi con oltre 730 soggetti, dando vita a 160 progetti di innovazione sociale e risposte per 14mila utenti.

Cosa è successo
Diversi cittadini, giovedì, hanno ricevuto questa mail proveniente dal Comune: «Vi contattiamo per informarvi che, dalla fine di novembre, si chiude l’esperienza di “Qua-Quartiere bene comune” e, con essa, i canali di comunicazione che l’hanno accompagnata nel racconto delle attività dei quartieri: il blog Quaderno (quaderno.comune.re.it) e i canali Instagram e Facebook. Sono stati anni ricchi di storie, incontri e racconti che ci hanno arricchito e ci hanno permesso di scoprire (e riscoprire) le tante realtà ed esperienze che prendono vita ogni giorno nei quartieri della nostra città grazie all’instancabile attività dei cittadini e cittadine che ne sono promotori e attori. Vi ringraziamo per la vostra disponibilità, in questi anni, a raccontarvi e a farci entrare nei vostri progetti e ad avere dato vita a un’esperienza di città collaborativa». La mail è firmata dallo staff di “Qua-Quartiere bene comune” e i cittadini, increduli e anche parecchio arrabbiati, hanno chiesto spiegazioni.

Le rassicurazioni
L’assessore alla Cura della città, Davide Prandi, rassicura sul fatto che non si ha intenzione di abbandonare il progetto e fa chiarezza: «In realtà è un errore che stiamo prontamente correggendo. Purtroppo è stata mandata questa comunicazione: non doveva essere mandata. Per un motivo molto semplice: Quartiere comune non chiude, anzi, viene rilanciato e ci stiamo lavorando. Si era parlato durante un brainstormig di una rimodulazione dei canali di comunicazione: i social, perché il Comune sta aggiornando la strategia e quella, visto che non veniva utilizzata da tempo ed era percepita come un doppione volevamo chiuderla, ma non l’esperienza “Quaderno comune” per cui vogliamo impiegare più risorse. Purtroppo è stata mandata erroneamente questa mail, ma la correggeremo cogliendo l’occasione per dire che vogliamo rafforzare il progetto. E c’è un rilancio di tutto il tema del volontariato: abbiamo appena completato la selezione di una figura altamente professionale che seguirà il piano strategico sui quartieri. Tra le azioni ci sarà una grande chiamata al volontariato di quartiere e del verde. C’è il rilancio della piattaforma dei patti di collaborazione e di cittadinanza dove la gestione del bene comune sotto l’egida del codice del terzo settore ci permette di dare in affidamento altri beni oltre a quelli culturali. C’è una strategia che vede nei quartieri le cellule identitarie della città che vogliamo rilanciare. Introdurremo una piattaforma digitale, una “piattaforma della cura”.