Psicofarmaci, è boom tra i minori: raddoppiati i consumi dal 2016. «No al fai-da-te»
Il Rapporto OsMed 2024 di Aifa: si tratta soprattutto di antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’Adhd
Nel corso del 2024, «circa 4, 6 milioni di bambini e adolescenti hanno ricevuto almeno una prescrizione farmaceutica, pari al 50, 9% della popolazione pediatrica italiana, con una prevalenza leggermente superiore nei maschi rispetto alle femmine (51, 9% contro 49, 9%) . Gli antinfettivi per uso sistemico si confermano la categoria terapeutica a maggiore consumo in età pediatrica, seguiti dai farmaci dell’apparato respiratorio e dai preparati ormonali sistemici, esclusi quelli sessuali e insuline; per tutte le categorie si osserva un incremento dei consumi rispetto all’anno precedente. I farmaci del sistema nervoso centrale (antiepilettici, antipsicotici, antidepressivi e psicostimolanti) sono al quarto posto tra i medicinali più prescritti, con un consumo pari all’8% del totale e un aumento del 4, 1% rispetto al 2023». Lo sottolinea il Rapporto OsMed 2024 sull’uso dei medicinali in Italia curato dall’Agenzia italiana del farmaco presentato a Roma nella sede dell’Aifa.
Dal 2016 «sono più che raddoppiati sia la prevalenza d’uso che i consumi di psicofarmaci. Sebbene si mantengano ancora su livelli bassi, si è passati da 20, 6 confezioni per 1000 bambini (prevalenza pari allo 0, 26%) nel 2016 a 59, 3 confezioni per 1000 bambini (prevalenza dello 0, 57%) nel 2024. Si tratta soprattutto di antipsicotici, antidepressivi e farmaci per l’Adhd. Il ricorso agli psicofarmaci – precisa l’Aifa – presenta un andamento crescente per età, raggiungendo il massimo nella fascia 12-17 anni, nella quale si registra un consumo di 129, 1 confezioni per 1000 e una prevalenza dell’1, 17%. Un trend in crescita, in linea con i risultati di altri studi epidemiologici internazionali pubblicati, che evidenziano una generale tendenza all’aumento dei tassi di prescrizione di questi medicinali in tutti i Paesi del mondo, soprattutto in seguito alla pandemia di Covid 19. In Italia, nonostante l’aumento osservato negli ultimi anni, in parte legato alle conseguenze dell’emergenza pandemica sulla salute mentale di bambini e adolescenti, l’uso dei farmaci psicotropi rimane sensibilmente più basso rispetto ad altri Paesi». «Nel 2024 la prescrizione di questi medicinali nella popolazione pediatrica italiana si attesta allo 0, 57%, un dato sì raddoppiato rispetto al 2020 (0, 30%) , ma ancora inferiore rispetto ad altri Paesi europei (ad esempio la Francia con 1,61%) ed extra-europei (Usa 24,7% 26,3%) », conclude l’Aifa. L’aumento del consumo di psicofarmaci tra i bambini e gli adolescenti, registrato dal Rapporto OsMed 2024 dell’Aifa, «non ci sorprende perché è parallelo all’incremento della prevalenza dei disturbi mentali nei giovanissimi, che stiamo rilevando in questi ultimi anni».
Lo sottolineano i neo presidenti della Società italiana di psichiatria (Sip) , Antonio Vita e Guido Di Sciascio, che dicono no al “fai-da-te” nella cura dei problemi di salute mentale e invitano a fare attenzione a chi prescrive terapie. Quello che emerge dal report dell’Agenzia italiana del farmaco è «un trend in crescita segnalato da più parti, dalla psichiatria alla neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, e riguarda diverse condizioni patologiche – dichiarano Vita e Di Sciascio in una nota – A questo si aggiunge anche una maggiore capacità di riconoscimento e di collegamento dei giovani con i servizi, ancora non pienamente sufficiente, ma sicuramente in miglioramento». A questo proposito, «è importante per noi non solo la quantità, ma soprattutto l’appropriatezza», puntualizzano i vertici della Sip: «Questo incrocio va osservato con grande attenzione – ammoniscono – per evitare autoprescrizioni, comprese quelle provenienti da servizi non specialistici o non sufficientemente competenti, e per scongiurare la reiterazione delle prescrizioni senza un adeguato monitoraggio. Questo rappresenta un ulteriore stimolo, una sollecitazione a una saldatura ancora più forte tra i servizi per l’infanzia e l’adolescenza e quelli per l’età adulta, anche in relazione all’aumento di prevalenza e all’uso dei farmaci che si sta registrando». «Attenzione, infine – concludono gli psichiatri – a non interrompere trattamenti prescritti dai servizi specialistici senza aver prima consultato gli stessi e, per i genitori, agli psicofarmaci lasciati incustoditi nell’armadietto dei medicinali».l
