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Il caso

Vittorio Sgarbi: l’accusa è di riciclaggio per il quadro di Manetti

Serena Arbizzi
Vittorio Sgarbi: l’accusa è di riciclaggio per il quadro di Manetti

Il procuratore di Reggio Emilia ha chiesto il rinvio a giudizio: archiviata la posizione invece per contraffazione di beni culturali e autoriciclaggio di beni culturali

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Reggio Emilia Riguarda il reato di riciclaggio la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal capo della Procura reggiana, Calogero Gaetano Paci, nei confronti del critico d’arte ed ex sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi. È quanto emerge in seguito alla notizia pubblicata ieri, dopo il trasferimento dell’indagine da Macerata a Reggio Emilia in merito al quadro di Rutilio Manetti, “La cattura di San Pietro”, che sarebbe stato alterato.

I difensori di Vittorio Sgarbi, gli avvocati Alfonso Furgiuele e Giampaolo Cicconi fanno sapere che due dei reati contestati in precedenza sono stati invece «archiviati dal giudice per le indagini preliminari, su conforme richiesta del procuratore della Repubblica che ha accolto tutte le prospettazioni difensive formulate dai difensori». Si tratta dei reati di contraffazione di beni culturali e autoriciclaggio di beni culturali, archiviati dal giudice per le indagini preliminari. «Inoltre, bisogna sottolineare che questi due reati, archiviati, sono gli unici per cui gli stessi legali - professor avvocato Alfonso Furgiuele e Avvocato Gianpaolo Cicconi - hanno svolto attività difensiva. Per il capo di imputazione rimanente, (riciclaggio, ndr) per cui è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio, i legali di Sgarbi sin qui non hanno prodotto alcuna memoria o attività difensiva, riservandosi di svolgerle nelle sedi e nei tempi opportuni». Venerdì si è svolta l’udienza preliminare del caso, davanti al giudice Luca Ramponi e al pubblico ministero Maria Rita Pantani. L’udienza era incentrata alla richiesta di dissequestro del quadro avanzata da Margherita Buzio, proprietaria del Castello di Buriasco (Torino) da cui si ritiene sia stata rubata l’opera. È la prima udienza che si tiene a Reggio Emilia sul “Manetti”. Il fascicolo era stato trasferito a Reggio Emilia dopo che il pittore Lino Frongia aveva confessato davanti alle telecamere di Report e al Fatto Quotidiano (che hanno sollevato il caso) di avere alterato l’opera, aggiungendo, appunto, la fiammella. l © RIPRODUZIONE RISERVATA