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Salvini non si presenta al processo: «Impegni istituzionali in Veneto»

Ambra Prati
Salvini non si presenta al processo: «Impegni istituzionali in Veneto»

Reggio Emilia, il ministro dei trasporti assente in aula nel processo in cui Andrea Costa, ex sindaco di Luzzara, è accusato di diffamazione

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Reggio Emilia «Vorremmo avere qui in aula il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture per fargli una semplice domanda: poiché ha rivolto lo stesso epiteto dal quale si è sentito diffamato a decine di altre persone, voleva forse diffamarli? La parola ha una doppia valenza? È offensiva per l’onorevole e non per il prossimo?». Così ha dichiarato ieri in tribunale l’avvocato Marco Scarpati, difensore di Andrea Costa, oggi consigliere regionale, accusato di diffamazione per due frasi scritte su Twitter il 26 e 27 dicembre 2018.

Matteo Salvini, che si è costituito parte civile tramite l’avvocato Mattia Celva del Foro di Trento, era stato citato come unico testimone dell’accusa ma ovviamente non c’era: «Impegni istituzionali in Veneto» lo hanno trattenuto. Lo scontro tra accusa e difesa ha riguardato proprio la necessità della deposizione del ministro, che del resto ha intentato decine di processi simili in tutta la penisola. Il giudice monocratico Silvia Semprini si è riservata e ha rinviato. All’epoca Costa era sindaco di Luzzara e segretario provinciale del Pd.

Nel 2018 l’allora sindaco promuove un’ordinanza "anti cattiveria" che raccoglie consensi facendo il giro d’Italia, invitando i suoi concittadini a segnalare alla mail del Comune episodi di incitamenti all’odio anche in rete e promettendo punizioni rieducative: dalla lettura di libri come "Se questo è un uomo" di Primo Levi alla visione di film come "La Vita è Bella", passando per il consiglio di ammirare capolavori dell’arte come la Pietà al Castello Sforzesco di Milano o visitare luoghi simbolo come il campo di Fossoli e il museo Cervi. Per i casi più gravi almeno dieci ore di volontariato.

In questo contesto, Costa pubblica due tweet in cui si rivolge a Salvini con un’espressione che il ministro ha ritenuto «offensiva dell’onore e del decoro» e «tesa a colpire la reputazione» dell’esponente politico leghista. «Il tono e il linguaggio politico è cambiato e certe espressioni ormai sono state sdoganate: c’è ampia giurisprudenza a riguardo - ha osservato a fine udienza l’avvocato Scarpati - Il ministro Salvini è stato il principale protagonista di questo cambiamento antropologico, oltre che linguistico, e risulta singolare che si senta offeso quando agli atti ci sono diversi articoli che "contano" ogni volta che il ministro ha usato quella parola». Il legale cita poi l’assoluzione di Pierluigi Bersani dall’accusa di aver diffamato il generale Vannacci. l© RIPRODUZIONE RISERVATA