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Aspiranti volontari, serve un corso anche per il canile

Miriam Figliuolo
Aspiranti volontari, serve un corso anche per il canile

«Non solo coccole e passeggiate, serve anche preparazione»

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Novellara «L’amore non cura tutto, bisogna anche sapere cosa fare e come farlo». Questa frase l’addestratrice cinofila Natasha Artoni, responsabile gestionale, oltre che della formazione degli operatori del canile e gattile intercomunale di Novellara, dice di ripeterla spesso durante i corsi per aspiranti volontari. Ma vale allo stesso modo anche per i potenziali adottanti.

Le parole d’ordine in questo caso sono almeno due: prevenzione e consapevolezza. E si legano tra loro: essere informati e consapevoli del cane che si va a inserire in famiglia è il primo passo per prevenire ed evitare futuri abbandoni.

Quelli che sempre più numerosi si registrano anche nel reggiano. E riempiono le gabbie anche del canile. «Al momento ospitiamo 90 cani e 250 gatti e uno dei problemi maggiori è il continuo aumento degli ingressi di cani di difficile gestione – spiega Artoni –. Sono Terrier di tipo bull (Pitbull, Amstaff ecc.) o molossoidi (rottweiler, cane corso) e cani da guardiania (pastore maremmano, pastore del Caucaso). Si tratta di animali che non tutti sono in grado di accudire, soprattutto se manca la preparazione».

Anche da qui la necessità di formare i propri volontari, ai quali viene richiesta una presenza minima in struttura di due volte a settimana. Il prossimo corso di formazione del canile intercomunale di Novellara è stato annunciato in questi giorni: si terrà giovedì 18 dicembre, alle 20.30, con un primo incontro tramite Google Meet, nel quale saranno spiegati cosa vuol dire essere volontari e quali sono i doveri e i diritti; e il sabato e domenica successivi, 20 e 21 dicembre, con una visita alla struttura per provare alcune attività di volontariato (Info: 333 83 85 408).

«Il corso lo facciamo ormai da alcuni anni, anche per questioni assicurative – prosegue Artoni –. La prima cosa da capire è che fare il volontario qui non è solo fare coccole e portare a spasso il cane. C’è tutto un lavoro dietro, di preparazione, che prosegue anche dopo, con i continui aggiornamenti su diversi livelli. E la specializzazione dei volontari. Gli animali qui arrivano ciascuno con la propria storia, spesso con traumi e stress. Bisogna sapere cosa fare. Vengono affidati al volontario anche in base alla formazione e alla frequenza in struttura. E se ci si appassiona tutto questo lavoro non costa fatica».

Per chi intende accogliere o adottare un cane, invece, il consiglio è «essere coscienti di cosa voglia dire, seguire il cane nella quotidianità, e farsi seguire sia prima che dopo l’adozione, almeno per i primi due, tre anni, da un esperto. Questo è un investimento per vivere poi bene la futura convivenza con l’animale». l