Stazione, due mesi senza Zona Rossa: «I reati erano dimezzati». Ecco gli interventi per aiutare il quartiere
Reggio Emilia, all’incontro con gli assessori la testimonianza di tanti cittadini esasperati: «Faccio la guardia sotto casa per allontanare gli spacciatori»
Reggio Emilia «Faccio la guardia sotto casa per allontanare gli spacciatori e proteggere i miei bambini, che ho paura di fare uscire, e mia moglie e per evitare che il degrado, con l’abbandono continuo di rifiuti, deturpi l’ingresso di casa. Mi sono trasferito qui per dare un futuro migliore alla mia famiglia: bisogna che qualcuno si prenda cura di noi». Sohou Thierry ha 39 anni ed è partito dalla Costa d’Avorio per l’Italia sette anni fa e da un anno e mezzo abita nel quartiere della stazione con la sua famiglia. Sohou è uno dei residenti che ieri sera hanno preso la parola al Binario 49, durante l’incontro, incentrato sulla stazione, al quale hanno preso parte il vicesindaco Lanfranco de Franco, l’assessore alla Cura della città Davide Prandi, il vicecomandante della Polizia locale, Nello Monelli.
Cosa hanno detto i cittadini
I cittadini hanno esternato tutta la loro rabbia per le condizioni di degrado in cui versa il quartiere. L’introduzione della zona rossa, non rinnovata dopo la scadenza il 30 settembre, ha determinato il dimezzamento dei reati come risulta a margine del Cosp (Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica). Una residente ha esternato il suo grido di dolore: «Ho paura di uscire per buttare i rifiuti la sera . C’è chi fa i suoi bisogni in mezzo alla strada. Il quartiere è una latrina». Gianni Felici, del comitato di viale IV Novembre, chiede che la zona sia «riportata nell’ambito del centro storico. Mettere le lanterne cinesi nel quartiere della stazione è stato come ghettizzarci. Per avere un cane antidroga dobbiamo regalarlo o farcelo acquistare dai cinesi? Se l’amministrazione si prende cura del territorio lo deve fare completamente. Non solo una tantum. I cittadini dovrebbero essere maggiormente coinvolti nelle scelte. Qualcuno sta parlando di una mega riqualificazione di piazzale Marconi e della rotonda. La riqualificazione dovrebbe coinvolgere in misura maggiore i cittadini e dovrebbe implicare anche una maggiore pulizia della zona della stazione. Quante persone ci sono che non pagano della nostra zona? Quanti non mettono fuori l’indifferenziata nemmeno una volta l’anno su viale IV Novembre o via Eritrea? Quanti non pagano le tasse? Queste persone provocano un danno. Per la manutenzione ordinaria è possibile, se c’è la volontà politica, intervenire. La riqualificazione passa anche dal non permettere ai delinquenti di esserci». Dario Sturloni, del gruppo di controllo di vicinato di via Turri e Paradisi annuncia che sta nascendo «un’associazione. Serve un ascolto attivo, vero, oltre a un cambio di rotta: vorremmo poter dire la nostra, visto che viviamo qui. Venendo all’abbandono dei rifiuti, manca completamente un senso di educazione civica. Ci sono persone senza utenze essenziali in casa».
Le repliche
Il vicesindaco, che sarà presente al Punto Comune di Via Turri 25 martedì dalle 11 alle 13, indica che «con il nuovo bilancio sarà creata una posta ad hoc sulla stazione che servirà per la manutenzione straordinaria. Ammonta a 300mila euro (ma potrebbe cambiare perché il bilancio non è ancora stato approvato, ndr). Ci siamo confrontati con Rfi. Stiamo aspettando che ci restituiscano una proposta di sistemazione, loro interverranno sul loro pezzo di spazio, noi faremo la nostra parte sul nostro e ne riparleremo. Il progetto su piazzale Marconi ha l’obiettivo di creare interventi mirati per togliere punti bui che generano degrado e insicurezza». De Franco accenna anche al terzo piano interrato della stazione «che ha storicamente problemi di infiltrazioni: dentro al progetto del Comando sono previsti 400mila euro per risolvere problemi strutturali affinché diventi un parcheggio di servizio». L’assessore Prandi indica l’intenzione di «aumentare Stazione In. Qualcuno ci ha fatto notare che non sono stati consultati. In realtà stiamo consultando tantissime persone. Non c'era l’intenzione di escludere nessuno». Sul fronte dei rifiuti «la fototrappola è solo uno strumento di una serie per contrastare il problema. Abbiamo iniziato a inasprire i controlli. Da due mesi grazie all’aiuto della Polizia locale abbiamo fatto un campione tra diversi edifici ed esercizi commerciali. Abbiamo, inoltre, iniziato ad attivare nuove utenze Tari. Sono passati due mesi, abbiamo la consapevolezza che i risultati che si ottengono nel tempo. Abbiamo introdotto le fototrappole per scoraggiare almeno chi viene da fuori per abbandonare i rifiuti. Stiamo cercando di accelerare il più possibile e come favorire una maggiore osmosi con la zona delle ex Reggiane». Il vicecomandante della Polizia Locale, Nello Monelli, ricorda che «questo è l’unico punto della città dove c’è un nucleo della polizia dedicato in un chilometro quadrato di area» e sottolinea tutto quello che si sta facendo. Il 10 dicembre si terrà una nuova assemblea con il sindaco alla sala Cisl alle 20.30 sui problemi del quartiere della stazione ferroviaria.
