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Lotta alla criminalità organizzata

Interdittive antimafia, azzerata la squadra in prefettura

Interdittive antimafia, azzerata la squadra in prefettura

Reggio Emilia: i quattro funzionari precari sono stati riassorbiti in Regione, nonostante il prefetto abbia tentato di trattenerli. Libera e Cgil: «Preoccupante»

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Reggio Emilia Sono numerose le reazioni sullo svuotamento dell’ufficio della Prefettura che si occupa delle interdittive antimafia. Da settembre quattro funzionari precari – che formavano la squadra delle interdittive antimafia –, assunti a tempo determinato a Reggio, sono stati riassorbiti dalla Regione nonostante il prefetto Maria Rita Cocciufa si sia spesa per trattenerli nella nostra città, dove avevano costruito un’esperienza preziosa nel contrasto al le infiltrazioni mafiose. Insorge l’associazione Libera: «Il Coordinamento di Libera Reggio Emilia esprime preoccupazione per la decisione del Ministero degli Interni di non rinnovare l’accordo che ha permesso alla Prefettura di Reggio Emilia di poter contare, dal 2014, sulle competenze di quattro funzionari dedicati al lavoro di raccolta e ricognizione delle informazioni che riguardavano le aziende che chiedevano di poter accedere alla white list – si legge nella nota –. Un lavoro che ha permesso di fornire al gruppo interforze e al prefetto dati importanti per l’emissione di numerosissime interdittive antimafia, preziose per prevenire possibili episodi di infiltrazione nel tessuto economico del Reggiano, diventando così anche un modello a livello nazionale. Solo nel 2024 il Prefetto ha firmato 81 interdittive, a fronte di migliaia di istanze trattate, mentre nel 2023 i provvedimenti sono stati 61».

Una notizia che ha sorpreso anche la Cgil, che esprime «forte preoccupazione per una decisione che rappresenta un segnale allarmante e pericoloso per l’intera comunità reggiana». Luca Chierici della segreteria provinciale aggiunge in merito: «Non possiamo permettere che si torni alla coltre di silenzio che precedeva il 2012. Serve un impegno chiaro e concreto per garantire la sicurezza, la trasparenza e la tutela del tessuto sociale ed economico reggiano». C’è chi, a Roma, si è mosso in prima persona e non ha perso tempo, come la deputata Ilenia Malavasi che ha presentato un interrogazione urgente al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «Il lavoro svolto da questi funzionari, maturato in oltre dieci anni di servizio, ha fatto della Prefettura di Reggio un modello nazionale nella prevenzione delle infiltrazioni mafiose – sostiene l’ex sindaco di Correggio –. Mentre nei mesi scorsi il ministro Salvini aveva derubricato le interdittive a “voci di corridoio”, questi strumenti, fondati su valutazioni precise supportate dal Gruppo Interforze della Dia, polizia, carabinieri e guardia di finanza sono invece un presidio prezioso per colpire le organizzazioni malavitose nei loro interessi economici». Malavasi rafforza la tesi inserendo qualche dato: «Nel 2024 sono stati 402 i provvedimenti adottati nella nostra provincia. E anche i dati forniti da Dia mostrano come lo scorso anno, a fronte di 109 interdittive antimafia emesse in Emilia-Romagna (che hanno interessato in particolare i settori edilizia, agricoltura, trasporti e ristorazione) ben 81 abbiano riguardato la provincia di Reggio; una cifra complessivamente in aumento e che dimostra il valore e l’impegno del lavoro oggi coordinato dalla prefetta Maria Rita Cocciufa, iniziato da Antonella De Miro e proseguito da Iolanda Rolli». Conclude Ilenia Malavasi: «Nella mia interrogazione, dunque, ho chiesto di conoscere le ragioni della mancata proroga dell’accordo, nonostante i risultati ottenuti. Vogliamo sapere quali misure urgenti il Governo intenda adottare».l © RIPRODUZIONE RISERVATA