Invivavoce oggi in scena al Teatro Ariosto: l’impegno ascoltando i giovani
Oggi la nostra iniziativa contro la violenza di genere: «Gli studenti si sono fatti attori, ma portano sul palco fatti e testimonianze reali a loro vicini, molto vicini. Nulla di inventato, tutta realtà»
Reggio Emilia Ho lavorato a stretto contatto con gli studenti negli ultimi dieci anni. Fare il giornalista è un mestiere che prima di tutto ti impone una cosa: ascoltare. E quando, ascoltandoli, capisci che dall’altra parte c’è un’esigenza, un’emozione, una riflessione, hai il dovere di non fare finta di nulla. “Invivavoce” è iniziato così, quando una ragazza conosciuta anni fa grazie ai nostri progetti scuola ha pubblicato una storia su Instagram. Poche ore dopo la notizia della morte di Giulia Cecchettin ci si è subito resi conto che questo femminicidio avrebbe fatto da spartiacque.
La prima volta a teatro è stata il 12 marzo 2024. Invivavoce da evento si è trasformato in progetto, è entrato nelle scuole, ha toccato altri temi (l’ansia tra i giovani), ne toccherà altri (il corpo), ha varcato i confini di Modena e oggi debutta qui a Reggio Emilia contro la violenza di genere. Un evento nuovo, sullo stesso tema che continua ad essere un fenomeno profondamente radicato nella nostra quotidianità, ma con altri sguardi ed emozioni. Abbiamo unito le forze: l’associazione NonDaSola, che da anni si batte e progetta su queste tematiche; gli istituti superiori, al centro di questo appuntamento, e le scuole di danza. Protagonisti i ragazzi. Gli studenti si sono fatti attori, ma portano sul palco fatti e testimonianze reali a loro vicini, molto vicini. Nulla di inventato, tutta realtà. Una realtà che hanno scelto di raccontare.
*direttore della Gazzetta di Reggio
