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Sicurezza sul lavoro

A Reggio Emilia oltre 6.600 infortuni nei primi nove mesi del 2025

Serena Arbizzi
A Reggio Emilia oltre 6.600 infortuni nei primi nove mesi del 2025

Il dato dalla terza assemblea dei rappresentati dei lavoratori per la sicurezza Fiom. Mariotti (Cgil): «A Max Mara 60 addette denunciano limitazioni alla capacità lavorativa»

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Reggio Emilia Sono stati 6.691 gli infortuni sul lavoro nei primi nove mesi di quest’anno (-1,6% rispetto allo scorso anno), a Reggio Emilia, sei dei quali mortali. In Emilia Romagna, nello stesso periodo si sono verificati 56.103 infortuni (+0,2% sul 2024). Tra gennaio e settembre, poi, le malattie professionali documentate a Reggio Emilia sono 914, in calo del 12% rispetto all’anno scorso, ma il dato deve tenere conto della presenza di crisi e cassa integrazione e, a livello regionale, si attesta su 5.858, in crescita del 3,3% sul 2024. Sono i dati presentati dal sindacalista Davide Mariotti, della segreteria Cgil con delega alla sicurezza, ieri, durante la terza assemblea provinciale dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, “La nostra vita vale più del vostro profitto”, che ha visto la Fiom convocare 150 Rls per discutere di prevenzione, vigilanza, formazione a difesa della salute nei luoghi di lavoro, al centro sociale PiGal.

Mariotti si sofferma anche su Max Mara: «Bisognerebbe rivisitare il Documento di valutazione rischi in tutte le postazioni dell’azienda. A noi pare molto strano che ci sia un così alto livello di patologie tra le donne che svolgono quel lavoro da tantissimi anni. Va rivisto se questo Dvr rispecchia in modo assoluto il livello di rischio di oggi. Abbiamo riscontrato 60 casi tra chi ha problemi sulla salute, limitazioni alla capacità lavorativa e chi fa domanda di malattie professionali». L’iniziativa è stata aperta dalle drammatiche testimonianze di tre familiari di vittime sul lavoro: Lorenza Carosi, madre di Fabio Palotti, vittima del lavoro e dipendente del Ministero degli Esteri, Monica Michielin madre di Mattia Battistetti, morto sul lavoro a 23 anni a Treviso, Lidia Orastella madre di Giuseppe Versa, morto nella strage di Brandizzo a Torino: chiedono giustizia per le vittime di “omicidi sul lavoro” in tribunale. «Vedere familiari di vittime sul lavoro riaprire la ferita del dolore insieme a 150 sconosciuti è un grande atto di generosità - sottolinea Davide Franco, della segreteria provinciale della Fiom -. Il tema è centrale per la nostra organizzazione, il numero di morti e infortuni è insostenibile e spesso si dimentica che la parola chiave è prevenzione. La prevenzione si fa anche tramite la contrattazione di secondo livello. Nei prossimi mesi saranno decine le aziende metalmeccaniche che dovranno rinnovare il contratto integrativo interno: in tutte le aziende proporremo di inserire il contrasto alle molestie di genere all’interno del Documento di Valutazione del Rischi». L’iniziativa ha visto anche l’intervento di Massimiliano Quirico, dell’Associazione Lavoro e Sicurezza, della dottoressa Sandra Berselli, ex dipendente Inail, di Enrico Caprari, direttore del Patronato Inca Cgil, del segretario provinciale Fiom Simone Vecchi, che ha riportato le novità dell’ipotesi di accordo di rinnovo del Contratto collettivo nazionale dell’industria metalmeccanica, che prevede anche «8 ore aggiuntive di formazione specifica per gli Rls, l’obbligatorietà dei break formativi». l © RIPRODUZIONE RISERVATA